Nasce Mygrate, la startup veronese che facilita l'emigrazione

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Da una parte gli italiani che ogni anno provano a trasferirsi in Australia. Dall’altra i migration agent, figure sempre più decisive nelle complesse dinamiche che governano i trasferimenti all’estero. In mezzo una startup veronese che da poco più di tre mesi ha creato un efficace ponte virtuale tra i due. A far incontrare la domanda e la consulenza ci pensa infatti Mygrate, la prima piattaforma web di matching che facilita di fatto il percorso di tutti coloro i quali provano a risiedere stabilmente nella terra dei canguri.

Mygrate semplifica la migrazione

Il portale punta a rendere più immediato e diretto un contatto che attualmente avviene per lo più per passaparola o via Facebook. «Mi sono trasferito in Australia nel 2011 e ho provato sulla mia pelle quanto sia complicato destreggiarsi tra le maglie della rigidissima normativa locale che regolamenta l’arrivo degli stranieri – spiega Giordano Dalla Bernardina, che ha fondato Mygrate con Andrea Falzi -. Il punto di svolta è stato l’incontro con un migration agent che mi ha permesso, dapprima di ottenere il permesso di soggiorno a tempo indeterminato, e successivamente, nel 2017, la cittadinanza – prosegue Dalla Bernardina -. Proprio questa esperienza, faticosa e complicata, mi ha spinto a chiedermi come questo percorso potesse essere migliorato».

Mygrate, la piattaforma web

Da qui, l’avvio del progetto di una piattaforma web che permettesse a chiunque di entrare in contatto diretto con dei migration agent ai quali sottoporre la propria richiesta di ingresso prima ancora di sbarcare a Sidney o Melbourne. «Un buon 90% di burocrazia può essere smarcato prima di mettere piede in Australia – evidenzia l’imprenditore veronese – con non pochi vantaggi in termini di tempo ed economici». Partita a fine 2017, Mygrate – che formalmente è una società di diritto australiano, e che punta a costituirsi anche nel nostro Paese – sta rapidamente raccogliendo consensi, e sono già una cinquantina i migration agent attivi sulla piattaforma. In prospettiva, la startup punta a replicare il modello anche per altri paesi particolarmente complessi a livello di normativa sull’immigrazione come Giappone, Stati Uniti e Canada.

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