«Il mattino di Padova», 40 anni di storie quotidiane

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In prima pagina c’era il rapimento Moro (e non poteva che essere altrimenti), insieme a problemi di fognature patavini e alla triste storia di due ragazzini di Pieve di Soligo, annegati nel torrente dietro casa. Il quotidiano costava 200 lire ed era un martedì. Il 28 marzo del 1978, quarant’anni fa, usciva il primo numero de «il mattino di Padova». Quello che sarebbe diventato poi il principale quotidiano della città faceva il suo esordio. In un periodo difficile, con il terrorismo rosso pronto a giocarsi la carta più pesante, cercando di coinvolgere lo Stato in una trattativa che invece non avverrà.

Oggi «il mattino», così come tutti lo chiamano, festeggia con un inserto di oltre trenta pagine. Ripercorrendo due storie intrecciate: quella del giornale e della città. Come dice nel suo editoriale il direttore Paolo Possamai. «Non trovate il racconto dei 40 anni del mattino, ma della comunità di elezione che sin dalla fondazione il giornale si è proposto di raccontare. Potremmo osservare che l’arco temporale è relativamente breve. Ma alla lettura delle pagine a seguire, ci accorgeremo delle mutazioni radicali intervenute su ogni versante della vita privata e sociale». Già, perché nelle immagini in bianco e nero e nelle parole si legge una Padova profondamente diversa.

Nell’inserto ci sono Don Dante Carraro del Cuamm, due rettori (Giuseppe Zaccaria e l’attuale numero uno del Bo Rosario Rizzuto), ci sono Mario Carraro, Paolo Giaretta, Francesco Jori, Antonia Arslan e tanti altri. Voci che aggiungono tasselli di un mosaico complesso che forma la città del Santo. Una Padova che «il mattino» continuerà a raccontare quotidianamente.

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