Breton Spa, nel contratto aziendale nuove assunzioni e premi produttività

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Alla Breton Spa, azienda del trevigiano che produce macchinari per la lavorazione della pietra, l’accordo aziendale porta nuove assunzioni, premi di produttività e turni più agili. L’integrativo, siglato dalla Fiom Cgil di Treviso e dalla proprietà e valido fino al 2020, si migliora il premio produttività per i circa 750 dipendenti dei due stabilimenti trevigiani di Castello di Godego e di Vedelago. Grazie anche al piano di reclutamento portato avanti quest’anno, con quasi un centinaio di assunzioni in più, l’azienda si caratterizza per la giovane età dei dipendenti.

«Produttività di reparto, capacità del singolo a contribuire allo sviluppo del prodotto, anche per qualità, e soddisfazione del cliente, questi – dice Massimo Baggio della Fiom Cgil trevigiana – alcuni parametri di tipo industriale che saranno presi in considerazione nel valutare l’entità del premio di produzione annuale, che varierà tra i 2.100 e i 2.400 euro lordi per dipendente e sarà erogato nel mese di dicembre, in proporzione anche ai lavoratori in somministrazione e in staff leasing. L’accordo, inoltre, prevede anche elementi di salvaguardia per coloro che a causa di problemi di salute o di carattere personale avranno necessità di lunghi periodi di assenza dal luogo di lavoro».

La Breton, prosegue Baggio, «sta portando avanti un piano di assunzioni attraverso l’inserimento di apprendisti, che godranno da subito dei benefici della contrattazione aziendale e che nel triennio saranno affiancati dai colleghi più anziani, al fine di acquisire esperienza e competenze ma allo stesso tempo per offrire a loro volta nuovi stimoli allo sviluppo del prodotto». Inoltre «grazie al modello di turno delle 36 ore distribuite in sei giornate si aumenta l’efficienza dei macchinari a ciclo di 18 ore e si determina un valido incremento salariale per i dipendenti».

Per Enrico Botter, segretario generale Fiom Cgil di Treviso, «questi accordi integrativi non hanno il solo scopo di dare tutele e prospettive ai lavoratori ma di fare in modo di riagganciare la crescita delle loro condizioni salariali alla nuova crescita delle produzioni e quindi di dare un contributo per una redistribuzione più equa della ricchezza prodotta quotidianamente nel nostro territorio».

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