BpVi, Zonin in commissione banche. Al processo 15mila richieste di parte civile

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L’ex presidente di BpVi Gianni Zonin è convocato davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario al Parlamento il 13 dicembre 2017. Parlerà, assicura il suo avvocato Enrico Ambrosetti, non avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Intanto il 12 dicembre è partito il processo a carico degli ex vertici di Banca Popolare di Vicenza – compreso lo stesso Zonin – presso il tribunale di Vicenza. All’udienza preliminare sono arrivate circa 15mila richieste di costituzione di parte civile, da parte di altrettanti risparmiatori che si considerano truffati dalla gestione della ex popolare, oggi in liquidazione coatta amministrativa.

In un’altra aula, quella di Palazzo San Macuto a Roma dove si incontra la commissione parlamentare sulle banche, ieri c’è stata l’audizione-fiume di Carmelo Barbagallo, capo degli ispettori della Banca d’Italia, intervallata da scontri dialettici con il deputato veneziano di Scelta Civica Enrico Zanetti e con il deputato Pd Gian Pietro Dal Moro.

Sotto i riflettori i tempi con cui gli ispettori sono intervenuti per sollevare il tappeto delle pratiche non corrette portate avanti dai vertici della popolare berica. La tempistica è importante perché nel 2014, nella prima metà dell’anno, BpVi valutava l’acquisizione di Banca Etruria, altro istituto al centro del lavoro della commissione parlamentare.

Nel giugno di quell’anno Bankitalia aveva in corso un accertamento in BpVi, cominciato in gennaio, e non sollevò obiezioni rispetto alle trattative che in quel mese si avviavano tra Vicenza e Banca Etruria. Barbagallo si è difeso spiegando che l’accertamento, avviato in vista degli stress test della Banca centrale europea, si sarebbe concluso il 26 ottobre e a giugno era ancora in corso: per questo Bankitalia non conosceva ancora la situazione critica dell’istituto vicentino.

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