Banche venete, don Torta ai risparmiatori: «Continuiamo a lottare assieme»

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Banche venete, don Torta ha scelto il giorno di Natale e ha scelto il modo più tradizionale per farlo: una lettera aperta. Il parroco di Dese (Venezia) a capo del Coordinamento associazioni soci Banche Popolari Venete non accenna ad abbassare la guardia e scrive alle centinaia di veneti che hanno perso tutto. Una lettera che è un’esortazione a non mollare, un incitamento a continuare la battaglia «a testa alta» contro i «poteri forti» (di recente è stato approvato alla Camera il fondo per le vittime dei reati finanziari). Questo il testo de messaggio del sacerdote veneziano:

«Un abbraccio fraterno natalizio a tutti coloro che, traditi da chi dovrebbe in questo Natale di Cristo aver avuto il minimo di decenza, giusta e dignitosa, per un risarcimento di cui avete sacro santo diritto e non come elemosina proposta in passato. Abbiamo seguito tutti questa melina di rimpalli di responsabilità ma nessuno che abbia il coraggio di fare giustizia nei vostri confronti. È apparsa chiaramente la connivenza fra i poteri politici e di vigilanza che, tradendo la costituzione, non hanno difeso i risparmi dei cittadini. Troppi vogliono lavarsi le mani come Pilato.

Banche venete, non vi lasceremo soli

Io vi dico di cuore: tanti auguri perché la santa nascita di Cristo benedica voi, le vostre famiglie e le cose più care che portate nel cuore. Ancora una volta dobbiamo constatare che noi, popolo semplice e talvolta povero, fatto di lavoratori onesti, siamo la parte migliore della nostra cara Italia. Coraggio, non dubitate e alimentate la speranza: né io né le associazioni che vi difendono, composte di tanti bravi volontari, competenti e qualificati vi lasceremo soli in questa battaglia di civiltà. Difendersi dai poteri forti che a livello ormai mondiale stanno schiacciando i popoli è per noi dignità e dovere morale. Andiamo avanti a testa alta. Dio vi benedica: sono altri, papaveri della finanza e del potere che devono abbassare il capo e convertirsi.

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