Sile Caldaie verso il fallimento: Cgil: «Grave perdita per il territorio»

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Nulla di buono dall’incontro di ieri tra Sindacato e Azienda, decisa a ritirare il concordato in continuità e avviarsi, dunque, sulla strada del fallimento. Questa l’amara notizia che i rappresentanti sindacali della Fiom Cgil di Treviso hanno comunicato questa mattina ai 47 dipendenti della storica azienda trevigiana Sile Caldaie radunati in assemblea. A causa della perdita di quote di mercato, dal 2014 la Sile vive una situazione di crisi affrontata finora con l’utilizzo di ammortizzatori sociali e grazie al contratto di solidarietà. Solo qualche settimana fa l’azienda ha presentato richiesta di concordato preventivo in continuità in Tribunale che prevede come elemento principale l’abbattimento del costo del lavoro con il taglio di 23 degli attuali 47 dipendenti, nonché tagli anche dal punto di vista salariale. Più che una proposta irricevibile dalla parte sindacale il prologo di quello che oggi si è configurato come un reale punti di non ritorno.

«Sile Caldaie, drammatico indirizzo»

«Se verrà confermato tale drammatico indirizzo – spiega Manuel Moretto della Fiom Cgil di Treviso – i lavori si sono comunque detti disponibili a garantire l’evasione delle commesse ancora in capo alla ditta. Questo – aggiunge Moretto – a condizione che le spettanze arretrate di ottobre e la mensilità di novembre vengano regolarmente saldate. Come organizzazione sindacale daremo continuità all’assistenza collettiva e individuale nelle procedure di Naspi ai lavoratori che, vista l’anzianità di servizio saranno tutti coperti per 24 mesi dall’indennità di disoccupazione». «Duro constatare l’assenza di alternative alla chiusura di quella che è una storica realtà produttiva del territorio – conclude Moretto – con la conseguente perdita di know how e di occupazione che ne deriva».

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