Autostrada Brescia-Padova, la quarta corsia costa 2 miliardi

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La proposta è già sul tavolo del ministero dei Trasporti, uno studio preliminare sul traffico è stato affidato da A4 Holding a una società esterna: la quarta corsia sull’autostrada Brescia-Padova, evocata a fine ottobre dal direttore Bruno Chiari nella cerimonia del 65esimo della società concessionaria della tratta autostradale, è un’ipotesi che prende corpo.

Fermo restando che la priorità per la holding autostradale è la prosecuzione dell’A31 Valdastico Nord verso il Trentino, l’allargamento della dorsale storica veneta è in agenda. E, a quanto scrive Eleonora Vallin sul Mattino di Padova di oggi, ha già un numero a piè di lista: 2 miliardi di euro, a tanto ammonterebbe aggiungere una corsia all’intasata arteria che oggi di corsie ne conta tre.

Boom di tir (e incidenti) sull’A4

Tuttavia per affrontare un investimento del genere, e per passare il vaglio ministeriale, servirà una motivazione legata alla sicurezza, oltre che una modifica della concessione, che scade nel 2026. E se già entro quella data sarà difficile vedere completata la Valdastico Nord, l’iter della quarta corsia sembra destinato a durare ancora più a lungo. Il fatto è che, intanto, l’iter sembra iniziato sul serio. Sulla base dei numeri snocciolati dalla società con sede a Verona: nei primi dieci mesi del 2017 il traffico sulla tratta dell’A4 è cresciuto del +3,5%, il traffico pesante è incrementato del 5% e quello leggero dell’1,5%. Sono i tir, insomma, a trainare il boom delle quattro ruote.

I tir rappresentano il 30% del flusso di veicoli che transitano sulla Brescia-Padova, di questi il 40% sono camion stranieri. Gli incidenti hanno pure subito un incremento considerevole da gennaio a ottobre: +18%, soprattutto tamponamento e contatti laterali. In alcuni orari l’autostrada è satura, dice A4 Holding: sono 1700 i veicoli equivalenti che ogni ora vi viaggiano, quando un’autostrada a tre corsie, fanno sapere dalla società concessionaria, è considerata al massimo della portata quando ne viaggiano 1100.

Sullo sfondo, resta il vecchio progetto – un project financing dell’era Galan – delle “tangenziali venete”, cioè una striscia d’asfalto a due corsie per senso di marcia che collegherebbe Verona, Vicenza e Padova connettendo le tangenziali delle tre città, e correndo a lato dell’autostrada. Ma il progetto sembra per il momento arenato, e l’intenzione della holding è quella di procedere lungo la strada maestra dell’ampliamento dell’autostrada.

La polemica: e la Tav?

Sulla quarta corsia si inserisce Legambiente, che si oppone all’allargamento della striscia d’asfalto. È Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia, a sollevare il problema del rapporto fra A4 e Tav, due grandi opere che corrono – nei progetti, visto che i cantieri dell’Alta Velocità in quella tratta devono ancora cominciare – fianco a fianco.

«Si pensava che la Tav avesse almeno l’effetto di spostare traffico dalla strada alla ferrovia i merci sulla tratta Brescia Venezia visto che la Tav sulla Milano Roma ha spodestato l’aereo e contenuto l’incremento del traffico veicolare – dice Dario Balotta –. Invece i gestori della Serenissima non sembrano per nulla preoccupati della concorrenza del treno sulla stessa direttrice. Al Nord la Tav anziché avere l’effetto di ridurre il traffico autostradale e l’inquinamento atmosferico diventa una occasione d’oro da non perdere per i concessionari. Il potenziamento della quarta corsia si affiancherebbe ai binari veloci replicando quanto già accaduto sulla Milano Torino. Così una parte delle spese, verrebbero accollate a Rfi».

Giulio Todescan

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