Veneto Banca, l'arbitro finanziario: risarcimento integrale per due soci

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Non erano stati sufficientemente informati sul reale rischio dell’acquisto delle azioni di Veneto Banca. Per questo due soci hanno vinto la causa contro l’ex banca popolare di fronte all’Arbitro per le controversie finanziarie, istituito presso la Consob nel 2016, che ha condannato l’istituto a risarcire i due ricorrenti Daniele Bertin (con 14.999,55 euro) e Pasquale Falbo (5.880 euro), assistiti dall’avvocato Matteo Moschini.

Di fatto la banca è stata condannata a risarcire integralmente i due dell’investimento fatto in azioni (615 dal valore di 40,75 l’una nel primo caso, 200 per 39,50 l’una nel secondo, entrambi hanno acquistato nel 2014), dato che a questo risarcimento va aggiunto il parziale ristoro che era già stato deciso dall’Ombudsman, il Giurì Bancario che da quest’anno ha lasciato il posto proprio all’Arbitro per le controversie finanziarie.

Gli intermediari agli sportelli avrebbero omesso di dare conto ai due clienti della illiquidità, ovvero l’impossibilità di fatto di poterli rivendere in un secondo momento, dei titoli che andavano ad acquistare, e che ora valgono appena 0,10 euro l’uno.

Secondo l’avvocato Moschini «la circostanza per cui le popolari venete siano sino ad ora sempre state ritenute colpevoli di gravi violazioni di legge e pertanto condannate dall’Arbitro finanziario al risarcimento dei danni impone che nella legge di conversione del decreto legge 99/17», che lunedì 10 luglio andrà al voto alla Camera, siano previsti due cambiamenti, già inseriti in alcuni emendamenti. Il primo, che «la liquidazione coatta amministrativa delle banche dovrà corrispondere in via privilegiata a tutti coloro che abbiano ottenuto od otterranno una sentenza definitiva di condanna risarcitoria o restitutoria oppure una decisione favorevole dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie», il secondo è che «i commissari liquidatori apposteranno apposite riserve (c.d. fondo azionisti truffati), garantite dallo Stato italiano, destinate a soddisfare i crediti» vantati da chi ha acquistato azioni o obbligazioni convertibili.

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