Di Toro, dalla nazionale di Velasco all'Unipd

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Torna come professore di prima fascia nell’Ateneo di Padova dove si è laureato nel 1999 e dove era, finora, professore in congedo. Lo fa dopo aver maturato una lunga serie di esperienze internazionali ed essere diventato un geologo di fama mondiale, tanto da essersi aggiudicato (fra i vari riconoscimenti) due Erc Consolidator Grant dal valore di quasi quattro milioni di euro. Ma Giulio Di Toro è abituato a girare il mondo anche per un altro motivo: è stato un giocatore professionista di volley, vincitore di due coppe europee e per 25 volte «azzurro» della nazionale di Julio Velasco. Quella, per intenderci, che più di tutte ha fatto sognare, negli anni Novanta, i tifosi italiani.

A mettere a segno il punto, per rimanere in metafora pallavolistica, è ancora una volta l’Università di Padova. Lo scorso venerdì, 16 giugno, il CdA d’Ateneo ha dato il via libera alla chiamata diretta proposta dal dipartimento di Geoscienze per un posto nel settore Geologia Strutturale. Di Toro torna così in Italia: il 49enne è attualmente professore ordinario all’Università di Manchester. Non solo: il suo curriculum ricorda come sia anche professore di ricerca presso l’Ecole Normale Superieure di Parigi e ricercatore associato all’Istituto Nazionale d i Geofisica e Vulcanologia di Roma.

Di Toro si è aggiudicato qualche anno fa il finanziamento di un progetto competitivo dell’European Research Council (Erc). Così ha ottenuto la nomina a Consolidator Grant per il periodo 2014-2019, con un finanziamento totale di 1,9 milioni di euro. dal titolo. Prima gli era stato riconosciuto un altro Erc: Starting Grant (per gli anni dal 2008 al 2013), altrettanto finanziato con 1,9 milioni di euro.

L’obiettivo principale della sua ricerca, in collaborazione con studiosi nazionali e internazionali di diversa estrazione scientifica (geologi, sismologi, fisici, ingegneri), è l’integrazione delle osservazioni provenienti dall’analisi geologica di terreno e dagli studi sperimentali con le osservazioni e i dati sismologici e geofisici finalizzata alla comprensione della meccanica dei terremoti. Tra i risultati più rilevanti della sua attività di ricerca vanno ricordati due contributi fondamentali: la prima evidenza sperimentale di lubrificazione di faglie durante terremoti e la proposta di un comportamento generale dell’attrito nelle faglie durante i terremoti.

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