Padova, l'export nel 2016 cresce del 4,2% e supera i 9 miliardi

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L’export della provincia di Padova cresce del 4,2% e supera per la prima volta i 9 miliardi di euro di valore (toccando i 9,12 miliardi), con 367 milioni di commesse in più. Sono i numeri di un 2016 particolarmente positivo per le imprese esportatrici del padovano.

La provincia si conferma al 14esimo posto nazionale per valore assoluto delle esportazioni, e rappresenta il 2,2% del totale nazionale e il 15,7% del totale veneto. Il 55,3% dell’export padovano è costituito da prodotti metalmeccanici (5 miliardi). Seguono i prodotti della chimica-gomma plastica (974 milioni, 10,7%), del sistema moda (955 milioni, 10,5%) e dell’agroalimentare. In termini relativi, la crescita è decisamente superiore a quella del Veneto, che segna +1,3% e dell’Italia nel suo complesso, a +1,2%.

Determinante per il risultato è anzitutto la performance degli Stati Uniti, terzo paese di importazione dei beni made in Padova (dopo Germania e Francia), vero Eldorado per dinamica e volumi. Uno scatto del 14,9% nel 2016 (Veneto +3,7%, Italia +2,6%) che in valore assoluto vuol dire 706,4 milioni di commesse. Risultato ancora più eclatante se si risale al principio della crisi: dal picco negativo nel 2009, in sette anni il valore delle vendite padovane negli Usa è quasi triplicato (+173,8%): da 258 a 706 milioni. A guidare la corsa è la metalmeccanica, ottime performance (ma volumi più contenuti) per sistema moda e agroalimentare.

Nel 2016 la riscossa del made in Padova riguarda i principali mercati extra-Ue (eccetto il Brasile). Ancora migliore degli Usa, ma con volumi inferiori (177 milioni) è la performance della Cina: un +15,8% che riporta la variazione in terreno positivo (-6,2% nel 2015). Aumenta del 27,5% l’export in India. Ma la novità principale è il ritrovato segno positivo della Russia, con una crescita del 4,4% a dispetto di sanzioni e crisi, dopo la caduta nel 2015 (-40,4%).

«Allargare i confini, essere presenti nei mercati, attrarre investimenti, è questa la sfida – dichiara il presidente di Confindustria Padova, che ha diffuso i dati, Massimo Finco –. La ripresa globale oggi dà segni di vivacità, ma il diffondersi del protezionismo è un forte rischio. Di fronte a tendenze protezioniste senza precedenti, come i dazi annunciati dall’amministrazione Trump, abbiamo il dovere di difendere i principi del libero mercato, in un quadro di regole paritarie e condivise, e di spiegare che da una “guerra commerciale” avrebbero tutti da perdere».

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