«Social neetwork», il bando Cariparo per under 30 senza lavoro

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Appartengono alla cosiddetta generazione “Neet”. Sono giovani under 30 che non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione. Persone inattive che, proprio per questo, finiscono quasi sempre per sentirsi demotivate ed escluse dalla società. A loro è dedicato il bando “Social NeetWork – Giovani Attivi”, avviato per la prima volta quest’anno dalla Fondazione Cariparo con un impegno di 600.000 euro. L’iniziativa si propone di accrescere le opportunità di assunzione per questi giovani nella convinzione che un’esperienza di tirocinio possa aiutarli ad acquisire o migliorare competenze tecnico-operative e farli sentire parte di una rete sociale.

Obiettivi che verranno perseguiti attraverso l’attivazione di tirocini formativi e di inserimento/reinserimento lavorativo con borsa lavoro. I tirocini dureranno da un minimo di quattro a un massimo di sei mesi e dovranno svolgersi all’interno di organizzazioni del Terzo Settore: realtà, queste, in grado di stimolare i partecipanti a ritrovare una forte motivazione. Una motivazione cruciale per riuscire a sviluppare le proprie capacità personali e professionali, a riattivarsi dal punto di vista lavorativo e a recuperare fiducia nella possibilità di assumere un ruolo attivo nella comunità.

Il bando è aperto ad associazioni, fondazioni ed enti religiosi delle province di Padova e Rovigo operanti da almeno tre anni nei rispettivi campi di attività. Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato per il prossimo 28 aprile. “Con questa iniziativa” – commenta Antonio Finotti, presidente della Fondazione – “abbiamo scelto di focalizzare la nostra attenzione su un fenomeno diventato una vera e propria emergenza sociale: l’Italia detiene infatti il record europeo della popolazione Neet, con oltre 2 milioni di giovani appartenenti a questa categoria. Al tempo stesso il bando dà ulteriore concretizzazione alla nostra programmazione per il 2017 dove una delle linee strategiche di intervento previste è proprio quella di favorire l’inserimento lavorativo e sociale dei giovani, in linea con altri analoghi progetti come Culturalmente e Culturalmente Impresa”.

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