Hera, in crescita gli utili. Vale 5 milioni di euro il pacchetto azionario di Padova

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Nove centesimi ad azione, 4,5 miliardi di ricavi, un dato sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente: i risultati del 2016 Hera, la multiutility che gestisce acqua, gas, rifiuti e elettricità in 359 comuni italiani, confermano un ottimo stato di salute del gruppo. Una notizia buona soprattutto per Padova: il Comune ha di fatto in mano una partecipazione azionaria che, conti alla mano, vale quasi 5 milioni di euro.

Nel 2016 i ricavi sono stati pari a 4.460,2 milioni di euro, in linea con i 4.487,0 milioni dell’esercizio precedente. Questo risultato è frutto dei minori ricavi nei servizi regolati, determinati dalla recente evoluzione normativa, e dei minori ricavi della vendita e trading di energia elettrica e gas, a seguito del calo del prezzo della materia prima. Effetti negativi che sono stati però quasi interamente compensati dalle variazioni di perimetro e dai ricavi per i maggiori volumi venduti di gas e maggiori rifiuti smaltiti, nonché dai maggiori ricavi per le attività di produzione sul mercato di dispacciamento.

L’utile operativo cresce a 457,1 milioni di euro, rispetto ai 442,2 milioni del 2015 (+3,4%), mentre l’utile prima delle imposte aumenta a 339,6 milioni di euro (+10,3% rispetto ai 307,9 milioni del 2015), grazie al miglioramento della gestione finanziaria per circa 17 milioni di euro rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le buone performance sono dovute in particolare al minor indebitamento medio, all’efficienza sui tassi e ai maggiori proventi per recupero di indennità di mora su clienti in salvaguardia.

Il margine operativo lordo sale a 916,6 milioni di euro, in netta crescita rispetto agli 884,4 milioni del 2015 (+3,6%). Alla crescita del margine operativo lordo hanno contribuito tutti i principali business del portafoglio. L’area ambiente ha generato una crescita positiva, beneficiando anche delle acquisizioni di Geo Nova e Waste Recycling, più che compensando sia l’impatto del fermo di alcune discariche che della fine di incentivi alle rinnovabili relativi ad alcuni impianti WTE. Le aree energetiche hanno consuntivato maggiori margini derivanti dagli impianti di produzione di energia elettrica e delle buone performance del business della vendita e trading. Anche le aree delle reti hanno generato una crescita organica capace di quasi compensare oltre 31 milioni di riduzione della remunerazione del capitale investito regolato e dell’effetto inflazione.

L’utile di pertinenza degli azionisti del Gruppo sale a 207,3 milioni di euro, in aumento del 14,8% rispetto ai 180,5 milioni del 2015, anche per via di un sensibile miglioramento del tax rate, che passa dal 36,9% al 35,1% (grazie ai benefici conseguenti all’applicazione della “patent box” e del credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo, oltre che alle agevolazioni in materia di maxi ammortamenti). Va inoltre considerato che il tax rate del 2015 scontava l’effetto negativo, straordinario, determinato dall’adeguamento della fiscalità differita alla nuova aliquota Ires del 24% in vigore dal 2017.

 

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