BpVi, Codici accusa: rimborso negato ai soci "scavalcati"

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Polemica dell’associazione dei consumatori Codici verso l’operazione rimborsi lanciata da BpVi per chiudere i contenziosi con i soci, a cui avrebbero finora aderito (comprendendo anche l’analoga offerta di Veneto Banca) fra i 20 e i 25mila soci. L’offerta come è noto è di 9 euro per ogni azione acquistata negli ultimi 10 anni, come rimborso per il danno subito con il crollo del valore azionario fra 2015 e 2016. Tuttavia l’eccezione è rappresentata dai soci “scavalcati”, quelli cioè che hanno richiesto la vendita delle loro azioni e se la sono visti rigettare nonostante il fatto che, dopo di loro, la stessa richiesta venisse accolta per altri. Per questi il risarcimento riconosciuto è pari al 50%.

Secondo Codici però «centinaia di soci che si considerano “scavalcati” in realtà si sentono rispondere dalla banca di non esserlo: secondo la banca le loro richieste non erano legittime al momento in cui sono state effettuate. Sostiene quindi la banca che i “veri” scavalcati sarebbero solo poche centinaia di persone, delle quali non è dato conoscere i nomi e delle quali non è dato conoscere le date delle rispettive richieste di vendita».

L’atteggiamento di BpVi, accusa l’associazione di consumatori, «è inaccettabile: si chiede infatti a dei soci, la cui fiducia è già andata persa, di accettare in silenzio un trattamento che non è dato sapere se giusto o meno. Il tempo della fiducia sulla parola è finito, la Popolare di Vicenza deve operare in trasparenza e pubblicare immediatamente, su tutti i quotidiani (come fatto per le liste dei debitori di Monte dei Paschi), l’elenco completo delle richieste di vendita pervenute nel 2014 e nel 2015, con l’indicazione specifica dei soci a cui la vendita è stata accordata e di quelli a cui è stata negata».

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