Spesometro e comunicazione Iva, le Pmi di Confimi in rivolta

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Le novità della Legge di stabilità 2017 preoccupano Confimi, la confederazione delle piccole imprese, per i nuovi adempimenti previsti fra cui il nuovo spesometro e la nuova comunicazione Iva trimestrale (che prevede 8 nuovi adempimenti), e la nuova contabilità di cassa per le imprese minori. Problematiche saranno anche secondo l’associazione le novità dell’ultima introdotte dall’Agenzia delle Entrate: dal prossimo 1° marzo 2017, infatti, «gli esportatori abituali saranno obbligati a emettere le dichiarazioni per ogni singolo acquisto (o quasi), anziché, come accade oggi, un’unica volta nel corso di un anno per tutte le operazioni», si legge in una nota diffusa da Confimi.

«Condividiamo le proteste sollevate nelle scorse settimane dai commercialisti – afferma il vicentino Flavio Lorenzin, vice presidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione – a cui vanno aggiunte le crescenti preoccupazioni dei collaboratori interni delle nostre aziende». A preoccupare non è tanto l’aspetto sanzionatorio dei nuovi adempimenti quanto l’impatto operativo dell’accelerazione che il fisco vuole imprimere alla trasmissione dei dati all’Anagrafe tributaria con lo spesometro “integrato”. I dati, infatti, andranno trasmessi ogni tre mesi e non più una sola volta all’anno, fatto salvo l’accorpamento al 25 luglio per i primi due trimestri 2017 che nulla toglie alle difficoltà, incertezze e disagi che deriveranno dall’ennesimo cambiamento.

«Un’accelerazione – prosegue Lorenzin – dettata dall’obiettivo di ridurre il VAT gap (differenziale fra Iva dovuta e Iva versata tempestivamente) per stare con il fiato sul collo agli operatori che dichiarano (si badi) i propri debiti ma li versano in ritardo, maggiorati di sanzioni ed interessi, poiché, evidentemente, in difficoltà finanziaria». Secondo Confimi l’evasione da combattere è un’altra: quella di chi non dichiara e a tal fine introdurre nuovi adempimenti e scadenze trimestrali non servirà a nulla se non a creare ulteriore affanno alle imprese virtuose. Basta analizzare i dati illustrati dalla stessa Agenzia delle entrate (nell’audizione del 3 novembre) per osservare come il differenziale IVA sia incrementato, dal 2010 al 2014, di 1,1 miliardi di euro nonostante, appunto, i numerosi adempimenti introdotti dal 2010 (vedi tabella in calce). È un segno evidente che, a fronte della carenza di liquidità, non può essere risolutivo aggiungere nuovi adempimenti.

«I nostri collaboratori – continua Lorenzin – già fortemente preoccupati dalle inevitabili complicazioni legate alla prossima chiusura dei bilanci 2016 (novità D.Lgs 139/2015), chiedono tregua». Secondo Confimi, in termini di semplificazione, non sono condivisibili, quindi, le affermazioni dell’Agenzia (che ha voluto e ottenuto tale accelerazione) seconda la quale il nuovo spesometro “integrato” rappresenta la “razionalizzazione e, di fatto, semplificazione” degli adempimenti che giustifica “una frequenza di invio trimestrale in luogo di quella annuale prevista per la ex comunicazione polivalente”.

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