Banca Popolare di Vicenza, faccia a faccia con enti locali, governo e cda

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Parteciperanno i nuovi vertici di Banca Popolare di Vicenza, invitati dal sindaco Achille Variati al dibattito organizzato al teatro comunale della città berica? Bisognerà attendere sabato 26 novembre 2016 (ore 9.45), giorno in cui è stato fissato il faccia a faccia promosso da Comune, Provincia e Camera di commercio per valutare gli aspetti critici finanziari, economici, sociali e giuridici della vicenda di Banca Popolare di Vicenza. La sala maggiore ha 910 posti a sedere, forse non basteranno per contenere tutti i risparmiatori beffati dal crack delle azioni che ha travolto 118mila 994 soci.

Al dibattito si confronteranno il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, per la Regione interverrà, delegata dal presidente Luca Zaia, l’assessore ai servizi sociali Manuela Lanzarin. Ci saranno poi il sindaco e presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati, il presidente di Camera di Commercio Paolo Mariani, il sindaco di Prato Matteo Biffoni e quello di Udine Furio Honsell (presenza da confermare). Sono inoltre previsti i contributi del docente di economia degli intermediari finanziari Francesco Zen, del giornalista e scrittore Francesco Jori, del giornalista economico Stefano Righi e del presidente dell’associazione nazionale degli azionisti BpVu Renato Bertelle. Anche i nuovi vertici della Banca Popolare di Vicenza sono stati invitati a partecipare.

Dibattito BpVi, invitati anche i vertici

Al termine degli interventi sarà dato spazio ai contributi del pubblico con l’obiettivo di raccogliere tesi, testimonianze, domande e cominciare infine a fare il punto sulle prospettive previste dal governo, dalla Regione – che ha stanziato in questi giorni mezzo milione di euro per le spese legali –, dagli enti locali e dal nuovo cda guidato dal Fondo Atlante.

«L’impatto sul territorio è stato durissimo – dice Variati –. Sappiamo bene che la situazione attuale è molto complessa, con 117mila azionisti che hanno perso i risparmi e si chiedono come e quando potranno recuperare qualcosa, e 5mila dipendenti che guardano con grande preoccupazione al loro futuro, sapendo che gli ammortizzatori sociali oggi normati non possono far fronte ai tagli prospettati. C’è inoltre il tema più generale del futuro di una banca profondamente radicata nel territorio, e della sua possibilità di continuare ad essere al servizio di un’economia tutt’altro che provinciale, che rappresenta anzi un sistema potente da cui dipende il futuro sviluppo dell’intero Paese».

 

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