Arper, il design trevigiano apre uno showroom a Tokyo

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Arper, azienda di design made in Veneto, ha aperto il 17 novembre 2016 a Tokyo con uno showroom nel distretto del design di Aoyama, nel cuore della città. L’azienda sta attraversando una fase di crescita, e l’inaugurazione della sede di Tokyo rappresenta un passaggio strategico per Arper, che punta ai mercati di Giappone, Corea del Sud e Taiwan per avviare un dialogo duraturo con le design communities dell’estremo oriente.

«Siamo onorati di essere qui – afferma Claudio Feltrin, presidente e amministratore delegato di Arper –. La cultura giapponese è fonte d’ispirazione nel nostro approccio al design e si riflette nella realizzazione dei nostri prodotti. Le collezioni Arper sono il risultato di un processo creativo che definiamo “la ricerca dell’essenziale”: forme uniche e semplici, che siano capaci di esprimere un’eleganza senza tempo. Oggetti che sembrano frutto di una creazione spontanea, ma che invece sono il risultato di una ricerca rigorosa e precisa. In questo approccio progettuale sentiamo di riconoscerci e di condividere profondamente i valori e le regole formali espressi dalla cultura giapponese. Allo stesso tempo l’azienda affonda le proprie radici nella cultura mediterranea: i colori e la luce, la giocosità e la creatività, la ricerca di unitarietà sono profondamente radicate nel nostro modo di essere e ci identificano nei prodotti che realizziamo».

Arper presenta le novità 2016

Larper_tokyo_01o showroom di Tokyo è anche la sede della consociata del Gruppo, Arper Japan K.K., che supervisionerà vendite e operations a copertura dei mercati d’estremo oriente: Giappone, Corea del Sud e Taiwan. «Consideriamo il servizio un vero elemento distintivo nel business – continua Feltrin –. Riteniamo fondamentale garantire la stessa efficienza nell’assistenza e nel servizio a tutti i nostri clienti nel mondo e stiamo approcciando i mercati dell’area nord asiatica con lo stesso presupposto. L’obiettivo è assicurare presenza e affidabilità ai nostri partner, per questo siamo già presenti in Giappone con una struttura logistico-produttiva con sede a Tokyo. Essere fisicamente presenti sul territorio ci permette di rispondere in modo puntuale ed efficace alle richieste dei mercati, applicando un modello che abbiamo già sperimentato con successo nel mercato statunitense».

Lo showroom di Arper si trova nel distretto del design e del lusso di Aoyama. Circa 300 metri quadri, disposti su due piani, esprimono la visione di Arper: innovazione, versatilità, flessibilità attraverso collezioni capaci di interpretare la contemporaneità. Spazi in cui i confini tra casa e lavoro sono sempre più sfumati e nuovi modi di lavorare e vivere prendono forma, richiedendo strumenti innovativi, leggeri, versatili e ricettivi.
Tra le collezioni che verranno presentate a Tokyo, le novità del 2016: Catifa, la collezione di sedute icona di Arper, quest’anno lanciata nelle sue nuove edizioni per le versioni 46 e 53, i pannelli decorativi e fonoassorbenti Parentesit, in versione Free Standing e Wall Mounted, e il sistema di tavoli Meety tutti disegnati dallo studio Lievore Altherr Molina. Lo showroom ospiterà inoltre le collezioni più rappresentative del brand: Kinesit, la prima seduta operativa di Arper, la sedia in polipropilene Juno di James Irvine, il divano Steeve di Jean-Marie Massaud, il tavolo Cross dello studio Metrica, il tavolo Nuur di Simon Pengelly, vincitore del prestigioso premio internazionale Compasso d’Oro.

ArperOggi Arper è un’azienda internazionale che conta 4 consociate – Arper Usa, Arper Uk, Arper Middle East e la nuova nata Arper Japan – due branches –  Sweden e Singapore –  e 12 showroom nelle principali capitali mondiali: Milano, Londra, Colonia, Stoccolma, Amsterdam, Oslo, Copenhagen, New York, Chicago e Dubai con l’in-house showroom presso gli Headquarters di Treviso e il nuovo showroom nipponico. Arper rappresenta una realtà in crescita, con un fatturato di 67 milioni di euro nel 2015, in aumento del 23% rispetto al 2014, e una previsione di fatturato per il 2016 di oltre 70 milioni di euro.

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