Lutto nel mondo dell’industria, è morto Dino Marchiorello

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Si è spento a 92 anni all’ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa, domenica 23 ottobre 2016, uno degli uomini che hanno fatto la storia dell’imprenditoria del Dopoguerra nel Veneto, Dino Marchiorello. Aveva guidato industrie – l’Officina Meccanica della Stanga e le Officine di Cittadella – e una banca – è stato presidente di Antonveneta, ed si era speso ai vertici delle organizzazioni confindustriali: a capo di Confindustria Padova dal 1973 al 1978, e in seguito presidente della Federazione degli industriali del Veneto dal 1992 al 1993.

Il cordoglio degli industriali

Immediato il cordoglio da parte di Roberto Zuccato, Presidente di Confindustria Veneto: «Desidero esprimere il cordoglio mio e di tutti gli industriali del Veneto alla famiglia. Marchiorello è stato espressione di una generazione di capitani d’industria che ha fatto la storia industriale e finanziaria della nostra regione. Un imprenditore capace e visionario, che ha portato l’azienda di famiglia ai vertici delle società italiane del settore».

«La notizia della scomparsa di Dino Marchiorello colpisce profondamente la nostra associazione – dichiara il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco –. Partecipo il cordoglio e la vicinanza, mia personale e di Confindustria Padova, ai figli Alessandra, Berica e Piero e al fratello Giovanni. Con la sua scomparsa l’industria padovana perde un’altra figura fondamentale nell’industrializzazione di questo territorio dal dopoguerra ad oggi, a cui diede un contributo importante con aziende storiche come la “Officina Meccanica della Stanga” o le “Officine di Cittadella”, in un settore, quello della costruzione dei rotabili e dei veicoli ferroviari, tanto importante per l’industria nazionale, seppur non esente da problematiche e criticità che negli anni più recenti ne hanno condizionato la tenuta. Ma Dino Marchiorello ha legato il suo nome e l’impegno anche al mondo del credito, guidando la fusione tra Banca Antoniana e Popolare Veneta da cui nacque Antonveneta, nutrendo la visione e la consapevolezza del valore del presidio territoriale nella gestione del credito, e quale impulso avrebbe potuto dare alla crescita del sistema imprenditoriale veneto. Un disegno che, soprattutto oggi, ci manca».

Il rapimento della figlia e l’amianto

Una vita, quella dell’imprenditore, di grandi soddisfazioni e di momenti difficili. Marchiorello ha vissuto un momento drammatico quando la figlia Maria Berica fu rapita nel 1982. Nell’aprile del 2016 è stato condannato in sede civile a un risarcimento di 2 milioni di euro verso le famiglie di 11 ex dipendenti morti per amianto, ma negli ultimi anni si è via via spogliato di tutti i beni lasciando tutto alle figlie (alla famiglia invece è riconducibile la proprietà del Centro Ingrosso Cina di Padova) e risultando quasi nullatenente. La salma di Dino Marchiorello è stata riportata nella villa in cui ha vissuto per una vita, a Rosà, e in tanti l’hanno raggiunta per porgere le condoglianze ai figli e ai nipoti.

Foto: via YouTube Rete Veneta

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