Artigianato, -205 imprese nel saldo del terzo trimestre 2016

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È negativo il saldo dell’artigianato veneto nel terzo semestre 2016. Il rapporto Movimprese di Confartigianato registra una perdita di 205 imprese (-0,16%) nel saldo tra le imprese artigiane nate (1.586) e quelle chiuse (1.791) tra agosto e settembre. In totale, nei primi nove mesi dell’anno sono 1.186 le imprese artigiane in meno registrate al registro delle imprese del Veneto, che scendono così sotto la soglia delle 131mila, con 130.937.

Si ripresenta quasi uguale la situazione dello stesso periodo dello scorso anno con una regione Veneto in calo e sotto la media nazionale, attestatasi ad un -0,15%. Una situazione condivisa con le regioni più simili per tessuto economico come Emilia Romagna (-0,15%), Piemonte (-0,15%) e Toscana (-0,17%). Crescono invece Valle d’Aosta +0,16% e Trentino +0,01%. Calo frazionale per il Friuli -0.05% e Lombardia -0,07%.

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«Perdere imprese non è mai un buon segnale ma dietro al calo dell’artigianato regionale si cela una trasformazione per certi versi positiva e che ci restituisce un plotone di aziende un po’ meno nutrito ma certamente più strutturato e quindi più competitivo nei mercati nazionale ed internazionale – commenta Luigi Curto, presidente regionale di Confartigianato – Proprio nei comparti dove maggiormente calano le imprese, manifatturiero e trasporti, dallo scorso anno è in atto una interessante crescita del numero dei dipendenti. Dall’osservatorio dell’Ente Bilaterale dell’artigianato Veneto emerge un +2,3% in totale con punte del +7,9% nell’autotrasporto e del +2,7% nella metalmeccanica».

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«È chiaro però che questo sforzo “titanico” vada accompagnato, ed incentivato, da azioni concrete del governo –conclude Curto -. Ad esempio la legge di stabilità annunciata nei giorni scorsi, pur contenendo diversi spunti ed indicazioni importanti in temi come il lavoro, il fiscale e gli incentivi, sembra però aver adottato strade lontane al mondo della piccola impresa. Lo sconto Ires ed il nuovo regime Iri, ad esempio, interesseranno meno di una impresa artigiana su cinque. Mentre non è stata affrontata la deducibilità totale dell’Imu sugli immobili strumentali più volte richiesta da Confartigianato. L’incertezza è il male da combattere e l’annuncite acuta di cui sembra soffrire questo Governo non aiuta».

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