Food Sense, così nasce l'etichetta alimentare tech e anti-spreco

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Un’etichetta intelligente capace di monitorare lo stato di conservazione dei cibi che venga applicata sulle confezioni degli alimenti e che in futuro vada a sostituire la “classica” data di scadenza. Questa è Food Sense, una startup padovana che ha dato vita ad un prototipo che punta a rivoluzionare l’attuale sistema di conservazione del cibo. Giulio Rosati, Alessandro Ordan e Leonardo Dri sono gli ideatori di questo progetto di innovazione tecnologica premiato con la terza posizione all’ultima Start Cup Veneto.

Un’etichetta tecnologica

«Foodsense è un sistema che mira a risolvere gli sprechi lungo tutta la filiera del cibo. Abbiamo iniziato a lavorarci concretamente da questo aprile e prevediamo circa altri sei mesi di studi e sviluppo prodotto prima del definitivo lancio sul mercato» ci racconta Leonardo Dri, responsabile marketing. «Si tratta di un’etichetta facilmente applicabile ai tradizionali processi di packaging che contiene un enorme quantitativo di informazioni grazie alle quali comunica lo stato di conservazione di un cibo confezionato alle aziende di produzione e distribuzione, tramite sistemi integrati, e ai consumatori finali, tramite un’app per smartphone».

L’innovazione “frugale”

«Il nostro progetto – continua sempre Dri – nasce grazie a nuovi studi scientifici ed è indirizzato allo sviluppo tecnologico a supporto del business delle aziende, ma allo stesso tempo guarda fortemente anche alla tematica sociale dello spreco alimentare: la nostra tecnologia grazie al suo potenziale applicativo e ai suoi costi contenuti secondo noi può infatti ambire a diventare addirittura una “frugal innovation”, ovvero un’innovazione importante anche per chi non se la può permettere, con possibili benefici concreti pure nella lotta contro la fame del mondo, in favore delle popolazioni che vivono in emergenza alimentare come nel Centrafrica e nel sud-est asiatico».

Lotta allo spreco alimentare

Questa etichetta infatti rientra in quella tecnologia definita “usa e getta”, ma paradossalmente, rispetto alla caratterizzazione negativa di questo concetto, secondo gli ideatori può risultare in futuro fondamentale per ridurre gli sprechi alimentari nella nostra società, una delle principali cause dell’emergenza alimentale in diverse regioni del mondo. La diffusione in Italia di Food Sense potrebbe anche approfittare di un contesto legislativo e culturale favorevole, caratterizzato dall’entrata in vigore, nell’agosto del 2016, della legge contro la spreco alimentare. «La legge è sicuramente un passo in avanti positivo – spiega Leonardo Dri – e prevede che il cibo prossimo alla scadenza al posto di venir distrutto venga donato da supermercati e ristoranti alle Onlus che si occupano di mense per poveri. Il problema però poi è capire se quel cibo che viene donato sia davvero ancora commestibile e quale sia il suo reale stato di deterioramento».

Prosegue il promotore di Food Sense: «La data di scadenza infatti è un numero solo indicativo definito da dati statistici, e quindi per diversi motivi può succedere che un cibo sulla carta scaduto sia ancora buono e che invece uno non ancora scaduto sia invece deteriorato. Food Sense in questo senso può intervenire per prevedere e stabilire in maniera scientifica quando effettivamente scade ogni alimento, evitando quindi o gli sprechi o le conseguenti malattie alimentari».

Luca Perin

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