Banca Popolare di Vicenza taglia del 40% le addette alle pulizie

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La crisi della Banca Popolare di Vicenza la pagano anche le addette alle pulizie: i nuovi contratti tagliano le ore di servizio, e dunque anche le paghe, del 40%. Quello che avevamo anticipato in giugno, ovvero il rischio di un cambio di appalto al ribasso per i servizi di pulizia delle filiali e delle sedi di BpVi, ora viene confermato da una nota allarmata diffusa dalle rappresentanze venete di Fisascat Cisl, Filcams Cgil, First Cisl e Fisac Cgil l’11 agosto 2016.

In Veneto sono circa 150 le lavoratrici impegnate nelle pulizie di Banca Popolare di Vicenza, distribuite in tutte le sette province. «Si sono viste quasi dimezzare l’orario di lavoro e conseguentemente il proprio stipendio – scrivono le sigle sindacali –, come pure le altre centinaia che lavorano sul restante territorio nazionale. Per fare qualche esempio: si è passati da 11,5 ore di lavoro settimanali a 6,30, da 8,25 a 4,30 e addirittura da 3 ore a settimana a 1,30. In parole povere qualche lavoratrice dovrebbe pulire una filiale in 30 minuti al giorno per 3 volte alla settimana». Scelte che hanno provocato più di qualche rinuncia al lavoro: «Molte lavoratrici vista l’esiguità dell’orario di lavoro, hanno dato le dimissioni perché la spesa per andare al lavoro, in alcuni casi, supera i guadagni» affermano ancora i sindacati.

La novità riguarda in realtà le sedi e agenzie di tutto il territorio nazionale, con una riduzione delle frequenze degli interventi di pulizia da 5 volte a settimana a sole 3 volte a settimana (ogni 5 giorni lavorativi), «a parte gli uffici dirigenziali, dove sono cambiate solo le frequenze di lavori particolari, scelta discriminante a secondo dei ruoli professionali aziendali» affermano i sindacati.

«L’azienda – scrivono Fisascat Cisl, Filcams Cgil, First Cisl e Fisac Cgil – ha comunicato alle OO.SS. dei bancari il nome delle ditte vincitrici l’appalto, senza aggiungere che il nuovo capitolato prevede un taglio dei servizi che si attesta al 40% del precedente contratto».

Banca Popolare di Vicenza, pulizie solo 3 giorni a settimana

A pagare la crisi di Banca Popolare di Vicenza, recentemente passata sotto la guida del Fondo Atlante e la presidenza di Gianni Mion con la permanenza di Francesco Iorio nel ruolo di amministratore delegato, sono dunque l’ultimo anello della catena degli appalti, che si va aggiungere all’altro anello debole, quello dei risparmiatori beffati dal crollo del valore delle azioni e dalle operazioni “baciate”, finanziamenti contemporanei all’acquisto di azioni.

«Mentre i dipendenti non hanno la certezza che il loro posto di lavoro sia sicuro né tanto meno salubre, esposto a maggiori rischi sulla prevenzione e sulla salute delle persone che vi lavorano e dell’utenza» aggiungono le rappresentanze sindacali. È di questi giorni il calcolo fatto dal sindacato autonomo dei bancari Fabi, secondo cui sono 1.225 gli esuberi messi in atto negli ultimi tre anni da BpVi, Veneto Banca e Banco Popolare.

«Prima di scegliere di risparmiare sulle pulizie delle agenzie, Banca Popolare di Vicenza non poteva eliminare sprechi, tagliare spese inutili e rivedere i compensi milionari al management?» si conclude la nota delle categorie Cisl e Cgil.

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