Vicenza, Apindustria e sindacati contro la violenza sulle donne

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Proteggere le donne sui luoghi di lavoro. Con questo obiettivo giovedì 16 giugno 2016 Apindustria Vicenza e Cgil-Cisl-Uil della provincia di Vicenza hanno sottoscritto un importante protocollo, finalizzato a contrastare il fenomeno della violenza sulle donne al lavoro. L’accordo, oltre all’affermazione di principio sul rigetto di qualunque forma di violenza nei confronti delle donne, contiene una serie di provvedimenti per evitare che tale violenza si concretizzi, in particolare nei luoghi di lavoro. Il documento ricalca il modello costituito dall’Accordo-quadro delle parti sociali europee.

I più recenti fatti di cronaca evidenziano un intensificarsi delle violenze contro le donne, che in alcuni casi sfociano in delitti e sono quasi sempre preceduti da episodi come molestie e stalking, spesso considerati “minori” e che per questo forse troppo spesso sottovalutati: si tratta in realtà di segnali gravi di allarme, che non devono essere ignorati per la scarsa fiducia nella possibilità di reprimerli efficacemente. Per questo è importante che le donne possano sentirsi adeguatamente tutelate anche sul posto di lavoro.

I provvedimenti contro la violenza sulle donne

Fra le misure contro la violenza sulle donne di Apindustria Vicenza e Cgil-Cisl-Uil è prevista l’adozione, da parte delle aziende associate, di una dichiarazione di esplicita condanna dei comportamenti molesti e/o violenti, che impegna l’azienda stessa a prendere provvedimenti contro i responsabili, compreso il licenziamento. Si garantisce anche l’impegno in azioni d’informazione, formazione e monitoraggio del fenomeno.

«Noi imprenditori non siamo né poliziotti né giudici – precisa il presidente di Apindustria Vicenza, Flavio Lorenzin – ma siamo perfettamente consapevoli che per combattere questo fenomeno c’è ancora molto da fare, anche sul piano culturale e sociale: non dimentichiamo che il nostro codice penale contemplava, fino al 1981, il cosiddetto “delitto d’onore” e che lo stupro, forse l’atto più vile che l’uomo conosca, fino al 1996 era un reato contro la moralità, non contro la persona. Anche noi, nelle nostre aziende, possiamo quindi fare molto, contribuendo a stroncare sul nascere qualsiasi atteggiamento sul quale potrebbero poi innestarsi altri atti, ancora più gravi ed eclatanti».

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