Roberto Fini a Vicenza presenta "Lucciole per lanterne. Gli economisti e la crisi"

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Un economista che racconta gli economisti, e sottolinea le previsioni sbagliate, gli spiazzamenti e le falle nei ragionamenti dei seguaci della “scienza triste”. Questa è l’operazione che Roberto Fini, docente di economia all’Università di Verona (polo di didattico di Vicenza), compie nel suo ultimo saggio “Lucciole per lanterne. Gli economisti e la crisi” da poco uscito per Hoepli. L’autore presenterà il libro giovedì 9 giugno 2016 a Vicenza, presso la sala convegni dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili in Contra’ del Monte 13, all’interno della rassegna Commercialisti in cerca di Autore, organizzata dall’ordine e dalla libreria Galla 1880. La serata, ad ingresso libero e gratuito, sarà introdotta da Mara Gatti.

lucciole-per-lanterne-roberto-finiRoberto Fini è autore di diversi manuali di economia tra cui “Economisti da Nobel” (2013), “Capire l’economia For Dummies” (2014) ed “Economisti: indovini o scienziati?” (2015). «Non sempre gli economisti si sono resi conto in modo tempestivo delle possibilità che il sistema economico entrasse in crisi – si legge dalla presentazione del volume –. Specie nel caso della crisi esplosa nel 2007 gli errori di valutazione sono stati particolarmente densi di conseguenze. La maggior parte degli economisti riteneva che la fase di stabilità economica che aveva caratterizzato il ventennio precedente si sarebbe prolungata ancora per molto; pensavano piuttosto che il mondo stesse entrando in una fase di “grande moderazione”, nella quale i principali indicatori economici sarebbero stati caratterizzati da performance positive di lungo periodo. La brutta notizia è che si sbagliavano».

«Sono avventati gli economisti? – prosegue l’introduzione –. O non meritano la fiducia riposta in loro? Per capirlo, si ricostruiscono alcuni dei passaggi che hanno caratterizzato il dibattito della teoria economica più recente, senza dimenticare che la storia degli abbagli che hanno condotto a disastri finanziari più o meno gravi è lunga e la lista è quasi divertente, se non fosse per gli immani guai che ha provocato».

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