Commercianti di Padova a Renzi: "Più coraggio, meno tasse"

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Si sono fatti sentire questa mattina a Roma i commercianti di Padova. Arrivati nella capitale in cinquanta a bordo di un pullman per partecipare all’assemblea annuale di Confcommercio all’auditorium della Conciliazione, hanno inscenato una colorita protesta con una protesta sotto forma di t-shirt. Ognuna con una lettera diversa, sono state indossate da un gruppo di esercenti che si sono disposti in fila, andando a formare la scritta “+ coraggio – tasse”. Messaggio diretto al presidente del consiglio Matteo Renzi, principale ospite politico dell’assemblea. Il messaggio «è talmente arrivato – commenta il presidente di Ascom Padova, Patrizio Bertin – che il presidente del consiglio Matteo Renzi, salito alla tribuna dopo la relazione del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha aperto il suo intervento dicendo: “Più coraggio e meno tasse? Sono d’accordo con voi!”».

Non sono invece di Padova, come era sembrato in un primo momento, i contestatori che hanno fischiato Renzi durante il suo discorso. A riferire la supposta origine padovana dei contestatori erano stati alcuni presenti in platea, forse collegando la coreografia delle t-shirt con la successiva contestazione. Un nesso che invece l’Ascom padovana rigetta chiaramente.

La contestazione della platea è scattata quando il premier ha toccato il tasto del “bonus Irpef” di 80 euro. «Guardate, sugli 80 euro ho grandissimo rispetto per chi li ritiene una mancia elettorale – ha replicato Renzi dal palco –. Siccome conosco delle persone che guadagnano 1000 euro al mese e non riescono ad arrivare alla fine del mese e grazie agli 80 euro si sono permessi uno zainetto in più e una pizza in più, io di questo sono contento». A quel punto i fischi sono aumentati di volume, accompagnati da grida, mentre per reazione sono cominciati gli applausi da altri settori dell’auditorium. «È una valutazione che rispetto – ha proseguito Renzi –. Che gli 80 euro non fossero apprezzati da voi lo sapevamo da tempo, ma che gli 80 euro fossero una misura di giustizia sociale verso della gente che non arrivava a guadagnare nemmeno 1500 euro al mese lo rivendico con forza, e non mi farete cambiare idea».

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