Coldiretti promuove la Rete Bio Innovativa del Veneto

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Venti soggetti economici della filiera agricola veneta hanno costituito l’associazione regionale “Rete Bio Innovativa del Veneto” per promuovere il biologico e la biodiversità. Il primo passo sarà, a breve, la promozione di certificazioni biologiche e legate alla sostenibilità già operative che consentiranno di distinguere, sul mercato, chi intraprenderà questo cammino. A promuovere il progetto in prima istanza è stata Coldiretti Veneto, che ha lungo la strada coinvolto i seguenti soggetti: AIGelsibachicoltura, Arav, Aipo, Opo fra i produttori, l’impresa di distribuzione bio Ecor-NaturaSì, le reti di filiera corta biologica Cà Verde e Fattoria alle Origini, le industrie di trasformazione Agricola Grains, Pollo Ducale (Malocco), Latterie Vicentine, Redoro srl- Frantoi Veneti, Piazza Antonio, Giorgio e Stefano, Avicola Berlanda Edio & c., i fornitori di mezzi tecnici Maschio- Gaspardo, Consorzio Agrario del Nord Est, Consorzio Agrario Treviso Belluno, la Facoltà di Agraria dell’Università di Padova e l’Istituto Agrario “Della Lucia” di Feltre, e infine il Gal Alta Marca Trevigiana.

«Si tratta di un salto culturale che molte aziende, dal vino agli ortaggi, dai cereali alla frutta, vogliono fare – dice Pietro Piccioni, direttore regionale di Coldiretti –. Coldiretti Veneto è pronta a sostenere questo percorso, affiancando una serie di partner importanti in grado di sostenere e rispettare una scelta convinta. Questa in sostanza l’iniziativa di Coldiretti: orientare le imprese e assicurare loro il giusto appoggio in una nuova sfida della sostenibilità».

«L’interesse è alto – aggiunge il presidente Martino Cerantola – basti pensare che il Veneto bio conta migliaia di operatori e 15.800 ettari certificati che sono però destinati ad aumentare sensibilmente considerato il successo delle misure agroambientali a cui già 10mila addetti ai lavori hanno ricorso».

Secondo Cerantola, nel 2015 la domanda di prodotti bio «ha raggiunto un +20% e, per evitare che la domanda sia coperta dalle importazioni, è necessario incrementare la produzione nazionale di alimenti biologici (nel 2014 si è registrato un aumento del 47% rispetto al 2013 degli importatori di prodotti biologici)».

Ti potrebbe interessare