BpVi, sindacati ad Atlante: se licenzia, blocchiamo il settore

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«Ci sono voluti ben trentun giorni dalla richiesta perché il dottor Iorio si degnasse di incontrare le organizzazioni sindacali dopo la mancata quotazione in borsa e l’arrivo del Fondo Atlante» è il commento di Giuliano Xausa, segretario nazionale della Fabi, il sindacato maggiormente rappresentativo in Bpvi, all’uscita dall’incontro fra i sindacati e il dg Francesco Iorio il 1° giugno 2016. «È il segno evidente – per Xausa – di una mancanza assoluta di corrette relazioni industriali. Ci si aspettava indicazioni, progetti, previsioni di rilancio di questo Istituto e ci si è trovati invece di fronte al silenzio più assoluto circa il futuro ed invece si è discusso di una assurda accusa nei confronti dei lavoratori».

I rapporti decisamente raffreddati fra sindacati – che pure avevano appoggiato la trasformazione in spa – e gestione Iorio datano da metà maggio, con il fallimento dell’approdo in Borsa. I dipendenti della banca si sentono sotto tiro da parte del pubblico da una parte, e vedono il rischio di forti ridimensionamenti del personale con la nuova gestione del Fondo Atlante e le ipotesi di fusione con Veneto Banca. In una nota diffusa al termine dell’incontro con Iorio, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Unisin scrivono: «Il dottor Iorio proclamò la trasparenza come una bandiera della sua gestione; bandiera che riscontriamo oggi ormai afflosciata di fronte ad un’azione di responsabilità promessa e mai attivata, se non evitata».

E ancora: «Registriamo che il dottor Iorio ritiene i propri compensi (2.675.000 euro di gettoni di ingresso, più emolumenti, benefit vari e buonuscita di 24 mesi), “per lo sforzo profuso, la rinuncia alla posizione occupata in precedenza, e per la difficoltà del compito da affrontare, giusti”. Partenza nefasta, gestione pessima, migliore la conclusione. Il consigliere infatti ha ammesso che i dipendenti non hanno responsabilità in merito al negativo andamento della Banca né in riferimento alla passata perdita di raccolta, né in riferimento alla perdita di fiducia nella stessa Banca».

Destinatari della polemica sono in realtà i nuovi proprietari di Banca Popolare di Vicenza, Fondo Atlante guidato da Quaestio Capital Management, che il 7 luglio scoprirà le carte nell’assemblea dei soci chiamata ad eleggere il nuovo cda marchiato Atlante. «Per quanto riguarda il fondo Atlante – dice Xausa – ribadisco quanto detto ieri dal nostro segretario generale Lando Sileoni a margine dell’incontro annuale della Banca d’Italia: “Se intendono iniziare la stagione dei licenziamenti, troveranno pane per i loro denti. Al primo licenziamento bloccheremo il settore come già fatto per il rinnovo del nostro contratto nazionale”».

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