Banche, prestiti ancora in calo in Veneto. Il Report Bankitalia

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Meno 3,2% dei prestiti alle imprese in Veneto. È la fotografia del credito nel 2015 contenuta nel report della Banca d’Italia sull’economia veneta. «I finanziamenti erogati dalle banche e dalle società finanziarie alle imprese, comprensivi delle sofferenze, sono diminuiti del 3,2 per cento alla fine del 2015 (-1,7 per cento nel 2014; tav. 3.3) – si legge nel report annuale presentato a Venezia –. La flessione dei prestiti è stata più marcata per il comparto delle costruzioni (-8,4 per cento) rispetto a quelli manifatturiero (-2,3 per cento) e dei servizi (-2,6 per cento); per questi ultimi oltre un terzo del calo è da attribuire ai servizi connessi alle attività immobiliari». E questo nonostante nel 2015 l’attività economica in Veneto «è moderatamente cresciuta» come afferma con cautela l’analisi di Bankitalia.

Fonte: Banca d'Italia, Economie regionali. L’economia del Veneto. Numero 5, giugno 2016Di conseguenza «nel 2015 è nuovamente aumentata la quota dei debiti finanziari con scadenza a medio e a lungo termine». Imprese più indebitate, dunque, soprattutto nel settore delle costruzioni e dei servizi immobiliari (come si legge nella tabella a fianco). «L’incidenza dei prestiti deteriorati permane su livelli particolarmente elevati nel settore delle costruzioni» si legge nel report.

«La quota di debiti a medio e a lungo termine è aumentata prima e, specialmente, durante la crisi finanziaria – prosegue il rapporto –. Allora le imprese (in particolare quelle manifatturiere) hanno sperimentato un crollo delle vendite e il consolidamento delle esposizioni a vista, posticipando il rimborso dei prestiti, ha mitigato il calo del cash flow. L’aumento della quota di debiti a medio e a lungo termine è stato influenzato in misura limitata dall’uscita dal mercato delle imprese più rischiose, caratterizzate, di norma, da una quota di debiti a breve termine superiore».

Dal 2004 al 2015 in media il 2,4% delle imprese venete ha effettuato operazioni di consolidamento, con un’incidenza che aumenta nel comparto manifatturiero l’incidenza, arrivando al 3,3%. «Il contributo dei consolidamenti all’aumento della quota di finanziamenti a medio e a lungo termine è stato massimo nel biennio 2009-10, in concomitanza con l’ampliamento dello spread fra i tassi di interesse a breve termine e quelli sulle erogazioni a media e a lunga scadenza (passato da 0,7 a 1,0 punto percentuale tra il 2008 e il 2010); ciò ha consentito di alleggerire il peso degli oneri finanziari».

L’economia veneta nel 2015, il report Bankitalia

Consolidamento dei consumi e degli investimenti hanno fatto crescere «moderatamente» l’economia veneta. Miglioramento proseguito nel primo trimestre 2016, anche se avverte Bankitalia «in prospettiva, il rallentamento delle economie emergenti potrebbe indebolire lo sviluppo delle vendite all’estero, componente che costituisce da tempo un importante volano per lo sviluppo dell’economia regionale».

Manifattura a macchia di leopardo. «La produzione industriale è aumentata per il secondo anno consecutivo; tuttavia durante la crisi non tutti i comparti manifatturieri del Veneto hanno mostrato segnali di vitalità e poco meno della metà di essi non ha recuperato i livelli pre-crisi in termini di fatturato o esportazioni» dice ancora Bankitalia.

Investimenti in calo. «Nel 2015 la spesa corrente delle amministrazioni locali – dice il report sull’economia veneta del 2015 – è rimasta sostanzialmente invariata, dopo anni in cui la crescita era già risultata modesta, grazie al contenimento della spesa per il personale e di quella relativa al comparto sanitario, che ne rappresentano le componenti principali. La spesa per investimenti ha continuato a calare, proseguendo il trend negativo in atto dal 2010. Le entrate correnti degli enti territoriali sono rimaste stabili e la pressione fiscale locale sulle famiglie è lievemente aumentata, mantenendosi tuttavia al di sotto di quella media delle altre regioni a statuto ordinario. È proseguito il calo del debito delle amministrazioni locali del Veneto, la cui incidenza sul Pil rimane inferiore alla media nazionale».

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