Antennatre, dopo 6 mesi giornalisti ancora senza stipendio

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Ancora nebbia sul futuro di Antennatre, la televisione locale di San Biagio di Callalta, dopo che il 1° giugno l’editore Thomas Panto ha chiesto il concordato preventivo a sorpresa, interrompendo le trattative con i dipendenti nell’ambito dell’affitto di ramo d’azienda che porterebbe la redazione sotto la società Eu Regional Media di Roberto Paladin.

Lunedì 20 giugno 2016 il Sindacato Giornalisti Veneto e il Cdr di Antennatre incontreranno il prefetto di Treviso e il commissario che il Tribunale ha nominato per seguire il concordato preventivo richiesto da Panto. «I lavoratori, 56 in totale, senza stipendio da 6 mesi, dallo scorso 1° giugno stanno garantendo, senza sosta e in autogestione, la produzione e la messa in onda dei tg e degli approfondimenti giornalistici, consapevoli che l’interruzione delle trasmissioni, si tradurrebbe in un danno irreparabile per Antenna 3, leader sul mercato proprio per la riconosciuta qualità e affidabilità dell’informazione» si legge in una nota diffusa oggi dal sindacato e dal Cdr.

Antennatre, “silenzio sul futuro dell’impresa”

«La scelta di Panto di presentare l’istanza di concordato preventivo è arrivata al termine di una lunga e complessa trattativa che le parti sociali avevano condotto in maniera responsabile – prosegue il comunicato – per attuare l’affitto di ramo d’azienda prospettata dallo stesso Panto quale unica chance di sopravvivenza rimasta per la storica emittente locale. A oggi si constata l’assoluto silenzio sul futuro dell’impresa, sulla tutela occupazionale, sul recupero delle retribuzioni arretrate e sul pagamento di quelle correnti. Il Sindacato Giornalisti Veneto e il Cdr di Antenna 3 fin dall’avvio di questo complesso tavolo di confronto hanno sempre posto al centro la salvaguardia dei posti di lavoro di pari passo alla sostenibilità dei costi gestionali dell’impresa».

Appello di sindacato e Cdr: “Fate vivere Antennatre”

«I lavoratori la loro parte l’hanno fatta da subito accettando sacrifici e tagli in busta paga: dal ripetuto ricorso agli ammortizzatori sociali al passaggio al part time, alle perduranti dilazioni nel saldo delle mensilità. Il tutto sullo sfondo di precisi impegni presi dall’editore e poi disattesi – si conclude la nota –. Sindacato e Cdr hanno sempre agito nella massima trasparenza anche nell’invocare un Comitato di garanzia per sottolineare la peculiarità e la specificità di un’azienda che assicura un servizio pubblico al territorio e alle sue diverse componenti, contribuendo a garantire quel pluralismo informativo, presupposto fondamentale di una società democratica e libera. Di qui l’appello accorato al mondo istituzionale, economico, sociale e politico affinché Antenna 3 possa continuare a vivere».

Ti potrebbe interessare