Tsw porta il suo Experience Lab al Wired Festival: ecco come funziona il neuromarketing

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Le emozioni dei visitatori del Wired Festival di Milano misurate grazie ad un’azienda veneta. E’ la Tsw di Treviso, agenzia specializzata in Digital Marketing, User Experience e Neuromarketing che ha letteralmente trasportato il suo experience Lab (qui il sito) a Milano: uno spazio dedicato dove analizzare engagement, focus attentivi e gradevolezza relativi all’esperienza video, audio e alle varie attrazioni del Festival. «Abbiamo voluto evocare tutta la ricchezza di sperimentazioni, innovazioni, studi e ricerche che fino a oggi abbiamo fatto per capire come le persone vivono l’esperienza con i brands», spiega il Ceo di Tsw Christian Carniato .

Prima della missione milanese abbiamo fatto un sopralluogo nella sede di Tsw per testare in prima persone la tecnologia che l’azienda mette a disposizione delle aziende: si tratta di un insieme di device indossabili al servizio del neuromarketing, l’applicazione ovvero delle neuroscienze alle reazioni dei consumatori davanti ai prodotti o in situazioni di acquisto. I test funzionano con focus group ai quali vengono sottoposti oggetti e le cui reazioni cerebrali vengono misurate.

Dal punto di vista dell’utente (noi) si tratta di un test molto poco invasivo: bisogna indossare un caschetto molto leggero sul capo che grazie a degli elettrodi registra le nostre onde cerebrali e le trasmette al computer grazie a un collegamento wi-fi . Si tratta di un’esperienza poco impattante: l’experience lab è arredato completamente in legno, sembra uno chalet, per mettere a proprio agio le persone. La strumentazione viene utilizzata per registrare le reazioni cerebrali dell’utente di fronte a un video, a un allestimento, a un prodotto a un packaging. Nel pannello di controllo vengono misurate tre variabili: focus, alert, engagement. «Le reazioni – spiega Carniato – sono autentiche, perché assolutamente disintermediate. I risultati sono precisi e dettagliati, proprio perché permettono di intercettare le informazioni esattamente dove vengono generate. I tipi di analisi sono tre: analisi delle onde cerebrali con le quali si riescono a comprendere le emozioni (il focus, l’alert, l’engagement); l’eye tracking grazie al quale si individuano i punti d’attenzione; il face reading che intercetta le micro-espressioni facciali interpretandole».

Un altro tipo di analisi è quello effettuata al Salone del Mobile.  «I nostri tester indossavano degli occhiali speciali che monitorano il movimento pupillare e un elettroencefalogramma che permette l’analisi della corteccia cerebrale – spiega Christian Caldato, Biofeedback & Neurofeedback Specialist e Professional Psychologist – nell’esperienza dei visitatori ci sono le risposte a domande che tempo fa ci sembravano irrisolvibili. Se l’esperienza delle persone è così importante, come possiamo ottimizzarla? La risposta è insita nell’insieme di emozioni che provano, che proviamo. È in tutti quei comportamenti, in quei gesti involontari che costituiscono la stragrande maggioranza del nostro quotidiano. I dati sono lì, a portata di mano. Provate ad immaginare quanto può essere importante riconoscere le emozioni negative di un vostro potenziale cliente».

Alla Tsw, che ha appena annunciato una joint venture con Gushmag, un network di professionisti dedicati alla definizione e realizzazione di progetti editoriali, lavorano ormai 70 persone: la gran parte è impegnata ancora nel classico digital marketing, settore dal quale è partita l’attività ormai vent’anni fa, ma il team che si dedica all’experience lab è sempre più ampio. «La nostra forza – spiega Luca Schibuola, Head of Strategy di Tsw – è quella di poter offrire ai clienti un ventaglio completo di opportunità per dispiegare le proprie strategie di marketing».

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