Supermercati: sciopero della grande distribuzione 28 maggio

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Sciopero della grande distribuzione 28 maggio 2016, in Veneto sono molte le catene di super e ipermercati a rischio chiusura. Il personale è chiamato ad incrociare le braccia per una giornata dai sindacati Filcams Cgil, Fiasascat Cisl, Uiltucs Uil ma non in tutti gli esercizi commerciali. Sono coinvolti solo gli aderenti a Federdistribuzione, con la quale la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale è a un punto morto. Sono invece in corso i tavoli di confronto con le Coop e con Confesercenti, mentre il contratto di Confcommercio è già stato firmato.

Lo sciopero durerà per l’intera giornata di sabato 28 maggio 2016, ecco le maggiori catene presenti in Veneto interessate alla protesta: Alì, Aspiag (Despar ed Interspar), Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Coin, Conbipel, Conforama, Decathlon, Esselunga, Ikea, La Gardenia Beauty (Limoni), Marionaud, Leroy Merlin, Maxi supermercati, Metro, Oviesse, Pan Panorama, Penny market, Prix Quality, Unes Maxi, Unicomm e Zara.

Sciopero della grande distribuzione 28 maggio, sit in a Mestre

Oltre allo sciopero ci sarà un presidio a Mestre, in piazza Barche, a partire dalle 10 del mattino, dove si alterneranno al microfono i lavoratori di varie aziende. La protesta mira anche a denunciare quella che Cgil Cisl e Uil chiamano «evidente sperequazione dei trattamenti che si sta creando all’interno del settore dove, secondo un calcolo sindacale, tra quanto erogato ai dipendenti da aziende associate a Confcommercio e quanto propone Federdistribuzione si creerebbe un gap di 1.200 euro medie per ogni lavoratore a fine 2018».

In aggiunta i sindacati imputano a Federdistribuzione di voler «di firmare un contratto nei fatti non vincolante, prevedendo la possibilità di deroghe a livello aziendale su tutte le materie anche senza accordi sindacali» e «chiedendo un peggioramento degli inquadramenti, degli orari, di una serie di istituti e prestazioni di welfare, fino all’introduzione di un meccanismo di assorbimento dei premi fissi aziendali da recuperare sugli aumenti contrattuali».

«Porre a tre anni dall’inizio dei negoziati tali condizioni come inderogabili – affermano le segreterie di Filcams Cgil, Fiasascat Cisl, Uiltucs Uil del Veneto – dimostra quanto Federdistribuzione sia lontana dal voler realizzare un’intesa. Il suo intento è imporre un diktat inaccettabile attraverso cui costruirsi un vantaggio competitivo a danno dei propri dipendenti ai quali, in aggiunta, vorrebbe modificare in peggio una serie di trattamenti. Tutto ciò è inaccettabile e per questo i lavoratori incroceranno ancora le braccia il 28 maggio. Vogliamo un contratto rispettoso delle ragioni di chi lavora e che non crei divisioni e dumping contrattuale nella distribuzione commerciale».

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