Unioncamere, un 2016 senza spinta: Pil veneto a +1,3%

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Crescita? Sì, ma moderata. Questo è quanto ha svelato oggi, relativamente al 2016, il Veneto Economic Report del Centro Studi Unioncamere del Veneto. Il +0,8% del Pil veneto a fine 2015 dovrebbe infatti diventare un +1,3% a fine 2016, in linea col Nordest (+1,4%), mentre un’accelerazione di qualche punto decimale (+1,6%) si prospetta nel biennio 2017-2018.

La crescita del 2015 è stata in linea con la tendenza del 2014 (+0,4%) e il Veneto ha spuntato un risultato migliore di Piemonte e Toscana (+0,7%), mentre Lombardia (+1%) ed Emilia Romagna (+0,9%) hanno registrato performance superiori. A sostenere l’economia regionale è stata soprattutto la ripresa della domanda interna che ha visto un’accelerazione dei consumi delle famiglie pari al +1,1% e il risveglio degli investimenti fissi lordi (+0,7%) mentre, dopo un avvio d’anno vivace, la domanda estera ha subito una decelerazione in estate con un lieve recupero a fine anno: nel 2015 l’export ha infatti messo a segno un incremento del +2,4% mentre le importazioni si sono attestate al +7,2% con un saldo della bilancia commerciale positivo per 15,6 miliardi di euro.

Lo scenario per il 2016 indica un andamento meno favorevole per le esportazioni, “bloccate” al +3% e frenate dalle prospettive incerte del commercio internazionale, ma sarà la domanda interna ad avere un ruolo rilevante con un +1,6%. Il recupero dei consumi delle famiglie dovrebbe proseguire anche per l’anno in corso con un aumento del +1,7% grazie al favorevole andamento del reddito disponibile (nel 2015 pari a 20.395 euro contro i 18.138 euro in Italia) e al progressivo recupero dei livelli occupazionali. Il risveglio delle costruzioni e il consolidamento della crescita dei beni strumentali dovrebbero sostenere la dinamica degli investimenti con una stima attorno al +2,6%, che dovrebbe intensificarsi nel biennio 2017-2018. Nel 2016 l’occupazione dipendente è attesa in aumento del +0,7%, dinamica che dovrebbe favorire la discesa del tasso di disoccupazione al 6,7%, con un ulteriore riduzione al 6% per il biennio 2017-2018, circa la metà del valore previsto a livello nazionale (11,5%).

I dati del Pil veneto 2015

Nella media dell’anno la produzione industriale ha registrato un +1,8%, confermando la tendenza del 2014, ed anche il fatturato industriale ha toccato un +2,3% grazie alla componente estera (+2,9%) e al vivace recupero di quella interna (+1,8%). In recupero i livelli occupazionali con un aumento di oltre 36,6 mila posizioni di lavoro dipendente, grazie alla forte crescita delle assunzioni (+12,3%) e ad un rallentamento delle cessazioni (+5,2%). La struttura produttiva ha invece subito un ulteriore ridimensionamento con un calo delle imprese attive di oltre 2 mila unità rispetto al 2014 (-0,5%). A fronte di una stabilità nel numero di aperture (+0,3%) e una riduzione delle chiusure per cessata attività (-3,7%), le crisi aziendali hanno registrato un’inversione di tendenza: nel 2015 le aperture di un procedimento hanno coinvolto 799 imprese (-50%) e 25.421 lavoratori (-35%). Il credito ha mostrato nel 2015 forti elementi di debolezza: secondo i dati di settembre 2015, le sofferenze bancarie hanno raggiunto il livello record di 18,6 miliardi di euro, mentre il livello dei prestiti bancari è sceso a 161,3 miliardi, una delle soglie più basse degli ultimi anni.

«La risalita si presenta ancora lunga e non priva di difficoltà. Oggi più che mai occorre aiutare le imprese ad agganciare i deboli segnali di ripresa: internazionalizzazione, semplificazione, accesso al credito ed efficienza della giustizia sono alcune delle priorità – il messaggio di Giuseppe Fedalto, presidente di Unioncamere del Veneto –. Su questi temi le Camere di Commercio sono al fianco delle imprese. Attraverso il ruolo strategico di cerniera tra Stato e impresa, le Camere di Commercio rendono ogni giorno più fluido il rapporto tra amministrazione pubblica e sistema produttivo. Nel 2014 il sistema delle Camere di Commercio italiane ha investito oltre 92 milioni di euro per favorire l’accesso al credito delle PMI. Negli ultimi tre anni sono stati quasi 300mila gli adempimenti digitali gestiti da Camere di Commercio italiane e Comuni presso i 3.300 sportelli SUAP e nell’ultimo anno, per favorire i processi di internazionalizzazione, sono stati organizzati oltre 36mila B2B, forniti interventi formativi a quasi 20mila imprese e consulenza a oltre 28mila imprese. In un contesto caratterizzato da pubbliche amministrazioni che risaltano per inefficienza e sprechi, il sistema camerale è un esempio di sistema pubblico efficiente».

Ti potrebbe interessare