Carel, in fabbrica arriva il robot umano

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Sembrano e ragionano come gli uomini. Soprattutto: lavorano insieme a uomini. Ma sono due robot antropomorfi che il gruppo Carel, multinazionale che progetta, produce e commercializza soluzioni di controllo per il settore del condizionamento dell’aria, ha introdotto nello stabilimento di Brugine (Padova).
Ufficialmente sono due robot meccatronici di ultima generazione, in termini tecnici definibili come antropomorfi e collaborativi, in pratica sono due macchine perfettamente integrate nel ciclo produttivo dell’azienda. O meglio: un’anticipazione del futuro. Non solo: sono perfettamente in grado di interagire con gli uomini che stanno accanto a loro. L’azienda ci tiene a far sapere, per evitare allarmismi, che i dipendenti non saranno sostituiti dai robot, ma saranno impiegati in altre mansioni, dove c’è più bisogno del loro utilizzo. E dove, almeno per ora, l’intelligenza artificiale non è ancora così forte come quella umana.

Robot antropomorfi: riduzione della difettosità del 70%

Per garantire i massimi livelli di qualità, i nuovi robot verranno utilizzati in lavorazioni per le quali è essenziale mantenere costanti precisione, accuratezza e rispondenza alle specifiche che potrebbero non essere assicurate se eseguite manualmente. Ovvero: lavoreranno come gli uomini ma con la concentrazione di robot. In termini di produttività la ricaduta che l’azienda si aspetta è una riduzione della difettosità del 70% e un aumento dell’efficienza del 30%. Proprio per l’alta diversificazione dei prodotti di Carel queste macchine risultano ideali. Rispetto ai robot tradizionali sono molto più flessibili e rapidi da programmare garantendo la possibilità di lavorare una maggiore diversità di prodotti al giorno, cambiando il codice prodotto anche ogni 15 minuti secondo le richieste del mercato. La completa integrazione dei nuovi robot nel processo di assemblaggio necessita di un alto livello di personalizzazione dei software di gestione che non sono disponibili sul mercato ma che verranno sviluppati progressivamente dagli ingegneri di Carel in collaborazione con le Università.

«Nella produzione dei sistemi di controllo per il condizionamento e la refrigerazione l’inserimento di questa tipologia di robot rappresenta una rarità, a testimonianza di come Carel abbia sempre puntato sull’innovazione per aumentare la produttività e la propria capacità competitiva – ha dichiarato Francesco Nalini, Direttore Generale del Gruppo Carel – I nuovi robot collaborativi oltre ad apportare numerosi vantaggi nella produzione offrono la possibilità di creare ulteriori posti di lavoro per mansioni tecnologiche e manageriali completamente nuove».

E se gli obiettivi non dovessero essere raggiunti? Probabilmente i due nuovi “dipendenti” verranno rimproverati. Resta da capire se sono già talmente umani da rimanerci anche male.

 

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