Street food, anno boom: le 5 regole per avere successo

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Nel 2015 sono cresciuti al ritmo di quasi uno all’ora. Un anno boom per gli street food, che affollano sempre di più le strade e le piazze italiane. E il 2016 sembra proseguire su questa linea, dato che a Padova debutterà giovedì 11 febbraio anche “Merendero”, un apecar attrezzato gestito da due mamme che girerà i parchi, le feste per i bambini, i campo sportivi, le occasioni pubbliche per offrire spremute spiedini di frutta, panificati e prodotti di pasticceria tutti artigianali e a chilometro zero, provenienti da aziende e artigiani del territorio.

In un anno più di 9.700 nuove iscrizioni

Difficile dire se la moda degli street food sia nata come contromisura alle alte tariffe imposte sui locali o se sia semplicemente l’ultimo frutto prodotto dalla velocità della globalizzazione, che sempre meno tempo concede alle persone per sedersi e gustare con calma il proprio pranzo. Sta di fatto che sempre di più i locali si spostano sempre di più sulle strada, come evidenzia anche l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Confesercenti sulle nuove imprese aperte nei settori del commercio e del turismo nel 2015, dove si registrano più di 9.700 nuove iscrizioni in nel settore del commercio ambulante.

Street food 2.0: obiettivo qualità

Tra le tante immagini che può assumere c’è un’icona è ormai classica: un furgoncino decorato in maniera facilmente riconoscibile anche dalla distanza, panini (ma non solo) ben esposti nella bacheca e a bordo, prima ancora che degli chef, delle persone affabili capaci di consigliare il prodotto giusto al cliente giusto. Senza poi contare le numerose declinazioni che può assumere il termine a seconda delle pietanze preparate o del pubblico a cui si vuole rivolgere: dal casual food al franchising food, fino all’ethnical food.

Eppure molti gestori di questa nuova generazione di street food sottolineano come uno dei maggiori obiettivi che ricercano sia la qualità e l’originalità dei propri prodotti, distaccandosi nettamente dalla produzione di massa dei fast food e del loro taglio impersonale. «Cerchiamo innanzitutto una relazione con il nostro pubblico – sottolinea Roberto Quaglio, uno dei gestori di Streatruck, furgoncino con laboratorio attivo da ottobre nella città padovana – e anche nella scelta dei nostri prodotti cerchiamo di essere il più eco-friendly possibili. Utilizziamo un menu che segua la stagionalità e particolare rilevanza hanno i prodotti Dop del nostro territorio».

Le 5 regole per uno street food di successo

1. Qualità
Prestare sempre cura alla qualità dei propri prodotti, cercando di valorizzare le eccellenze locali anche attraverso nuove rivisitazioni. Il fatto che la genti mangi in strada non significa necessariamente che lo faccia a scapito della qualità.

2. Eco-friendly
La cura dell’ambiente non va trascurata, specie quando utilizziamo in maniera evidente mezzi di locomozione inquinanti. L’obiettivo è quello di rendere meno impattante possibile il lavoro che si svolge, attraverso anche piccoli accorgimenti che però possono rimanere da esempio.

3. Avere un prodotto top
Avere una pietanza che spicchi sulle altre renderà molto facile il passaparola tra il pubblico e renderà facilmente riconoscibile il proprio brand.

4. Fare rete col territorio
Essere sulla strada significa avere la possibilità di interagire con numerosi attori differenti, creare connessioni e opportunità sia per i propri fornitori che per il nostro street food.

5. Rapporto col pubblico
Uno street food si discosta per molti aspetti dalle grandi catene di fast food. Fondamentale è dunque cercare di creare un rapporto di complicità con i propri clienti, da utilizzare sia come verifica per la propria offerta e sia come strumento per rendere speciale il luogo in cui svolgiamo la nostra attività.

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