Cambio lira-euro, Adiconsum: riaprire i termini

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Soldi sotto il materasso o nascosti nell’armadio. Accade sempre più spesso che vengano ritrovati milioni (di lire) nelle case degli anziani. Ma trattandosi di lire diventano un problema, perché il cambio della vecchia moneta in euro, presso le filiali della Banca d’Italia, non è più possibile dal 6 dicembre 2011. Una sentenza della Corte costituzionale del 5 novembre 2015 ha bocciato quel termine, che era stato fissato dal decreto “Salva Italia” del governo Monti, e ha riaperto la “finestra” fino al 28 febbraio 2012.

Tesori in lire ridotti a carta straccia

Ora Adiconsum chiede di riaprire i termini per la denuncia del possesso della vecchia divisa, consentendo ancora la possibilità di ottenere il cambio in euro. «Riceviamo in continuazione telefonate – spiega Valter Rigobon, responsabile per il Veneto dell’associazione consumatori promossa dalla Cisl – di persone che ci raccontano di avere ritrovato vecchie lire, a volte anche cifre considerevoli, dimenticate dai propri genitori o parenti anziani defunti. Si tratta di risparmi custoditi negli angoli più nascosti delle abitazioni come si usava un tempo e che, con le norme in vigore sul cambio, sono spesso diventati carta da macero».

Campagna di Adiconsum

Ereditare lire di fatto oggi è impossibile. L’associazione dei consumatori si sta muovendo su due binari, da un lato con il Ministero delle Finanze e dall’altro con una campagna di invio di lettere alla Banca d’Italia. «Come Adiconsum stiamo conducendo una doppia azione – dice Rigobon – La prima riguarda le persone interessate per le quali abbiamo preparato un testo di lettera standard dove si denuncia il possesso della vecchia divisa e se ne richiede il cambio in euro. Questa lettera va firmata ed inviata a Banca d’Italia. L’altra è invece rivolta al Ministero delle Finanze e alle altre Istituzioni verso le quali stiamo esercitando una forte pressione affinché modifichino le norme in quanto penalizzanti verso un gran numero di persone».

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