Marcia degli scalzi, aderiscono gli assistenti sociali del Veneto

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Il Consiglio regionale dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto aderisce all’appello che ha promosso l’iniziativa della Marcia delle donne e degli uomini scalzi, in programma al Lido di Venezia, venerdì 11 settembre 2015, rilanciata anche in altre realtà della regione come Treviso, Verona e Montagnana.

Per la Giornata internazionale del Servizio Sociale del marzo di quest’anno gli Assistenti sociali del Veneto avevano condiviso con interesse e partecipazione il tema del valore e la dignità delle persone. «Diventa quindi quasi un obbligo morale per noi oggi prendere una netta posizione per l’affermazione dei diritti dei migranti – spiega la Presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto Monica Quanilli – chiedendo con forza alcuni necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali: la certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; un’accoglienza degna e rispettosa per tutti; la chiusura e lo smantellamento dei luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; la creazione di un vero sistema unico di asilo in Europa, superando il regolamento di Dublino».

Gli Assistenti sociali del Veneto rimarcano che anche l’Italia ha bisogno, e non solo da un punto di vista demografico, della presenza di giovani che diano futuro e speranza alle prossime generazioni con il proprio lavoro. «Abbandonarsi a inutili paure di culture, lingue, costumi o religioni diverse dalla nostra e cavalcare timori e pregiudizi verso il diverso – prosegue Quanilli – rafforzano quelle barriere che ostacolano pieni processi di inclusione nel tessuto più sano della nostra società, così che molte delle persone straniere che si trovano in condizioni di maggiore vulnerabilità divengono preda di trafficanti di esseri umani, costrette in condizioni di assoggettamento e sfruttamento, impiegate in attività illegali o in cui comunque hanno una limitazione delle proprie libertà».

Il Consiglio dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto, oltre a reclamare un cambiamento di rotta delle politiche di gestione del fenomeno migratorio a livello internazionale, chiede a istituzioni e società civile di impegnarsi a contrastare «una sorta di “rivittimizzazione” dei migranti che si crea con investimenti marginali nelle forme istituzionali di accoglienza, improntate prevalentemente su forme di controllo e sicurezza, prive di una progettualità e di investimenti di lungo periodo, finalizzandole al superamento di barriere e contrapposizioni».

Secondo l’Ordine veneto, «un cambio di rotta, oggi, nelle politiche sociali sarebbe un giusto e lungimirante investimento per la sicurezza e stabilità sociale dell’Italia delle prossime generazioni. I flussi migratori non possono essere fermati con barriere o contrastati con la forza: gli eventi degli ultimi mesi lo hanno concretamente dimostrato. Il fenomeno deve essere correttamente governato da parte delle istituzioni, per favorire le condizioni di positivo inserimento e contrastare le componenti criminali che trattano le persone come merce per propri guadagni illeciti».

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