Aiuti a imprese venete, maxi multa dall'Ue

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La Corte di Giustizia europea ha inflitto all’Italia una multa da 30 milioni di euro per il mancato recupero di riduzioni e sgravi fiscali concessi a 1.645 aziende di Venezia e Chioggia, fra cui spicca l’hotel Cipriani nella città lagunare. Queste agevolazioni, che la Corte ha giudicato come aiuti di stato e quindi illegittimi, furono concessi fra il 1995 e il 1997 e ammontarono a circa 114 milioni di euro.

«Aiuti di Stato» anche all’hotel Cipriani

La vicenda ha una lunga storia. Già il 25 novembre 1999 la Commissione europea aveva imposto all’Italia di recuperare quegli aiuti che erano stati concessi a tutte le imprese dell’area giustificandoli con la “peculiare localizzazione”, indipendentemente però dalle singole caratteristiche dell’impresa: le riduzioni fiscali infatti ammontavano a 37,7 milioni di euro all’anno ed erano suddivise tra 1.645 imprese mentre gli sgravi constavano di 293 mila euro l’anno suddivisi fra 165 aziende. Fra i beneficiari sia la municipalizzata veneziana dei trasporti – per a quale gli aiuti in realtà sono stati considerati legittimi – sia alcuni grandi alberghi storico come il celebre Cipriani.

Nel 2000 furono presentati 59 ricorsi al Tribunale Ue, di cui 28 vennero giudicati irricevibili, mentre fra i restanti furono scelte quattro cause pilota, tra cui il Cipriani, che furono giudicate infondate nel 2008. Gli appelli successivi furono respinti tre anni dopo confermando la sentenza del Tribunale. In parallelo nel 2009 la Commissione Europea ha presentato un ricorso per inadempimento contro l’Italia perché non era stata avviata la procedura per il recupero degli aiuti.

Multa da 30 milioni, più 12 ogni semestre di ritardo

«Alla data del 21 gennaio 2013, scadenza del termine stabilito dalla Commissione nella lettera di diffida inviata all’Italia, gli aiuti non erano stati ancora recuperati integralmente» sostiene la Corte di Giustizia europea nella sentenza di oggi. Sarebbero 38 i milioni di aiuti non ancora recuperati, a quanto scrive la Corte, mentre ammonterebbero a 33 per l’Italia: di qui la scelta di imporre una multa forfettaria di 30 milioni. Ma se lo stato italiano non pagherà entro sei mesi scatterà una penale per 12 milioni ad ogni semestre, che si andranno a sommare alla multa.

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