Pensioni, scatta il rimborso: in Veneto a 400mila

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Scatta oggi il “risarcimento” parziale dell’indicizzazione delle pensioni, disposto dall’Inps dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la mancata rivalutazione delle pensioni per il biennio 2012-2013 decisa dal governo Monti nel decreto “Salva Italia”.

In Veneto i rimborsi valgono 231,6 milioni, secondo i calcoli del sindacato dei pensionati Spi Cgil. Ad avvalersi del versamento “una tantum” e del successivo aumento mensile legato alla parziale rivalutazione saranno in Veneto 409 mila pensionati, pari al 32% dei pensionati presenti nella regione.

Cgia di Mestre: Inps eroga solo il 12,4% del dovuto

«Con la sentenza della Consulta avvenuta nei mesi scorsi che ha bocciato la mancata rivalutazione – afferma Paolo Zabeo della Cgia di Mestre – il Governo Renzi ha deciso di restituire solo 2,1 miliardi di euro. Pertanto, ai circa 4,5 milioni di pensionati interessati, l’Inps erogherà solo il 12,4 per cento di quanto dovuto». Soldi, ricordano dalla Cgia, che saranno liquidati oggi (lunedì 3 agosto) in un’unica tranche.

Dalla Cgia fanno sapere che i pensionati interessati da questa operazione sono coloro che nel 2012 percepivano un assegno mensile lordo compreso tra i 1.406 e i 2.895 euro, cioè quelli che attualmente ricevono dall’Inps una pensione mensile netta che oscilla tra i 1.200 e 2.000 euro circa. Gli arretrati che incassano oggi oscillano tra i 263 e i 601 euro.

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La Cgia ricorda che nel biennio 2012-2013 le pensioni di ammontare superiore a tre volte il minimo non sono state rivalutate. La norma, contenuta nel decreto legge “Salva Italia” (del 6 dicembre 2011, n. 201), aveva stabilito la mancata rivalutazione. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 70 del 10 marzo – 30 aprile 2015, ha invece sancito che «sotto il profilo della proporzionalità e dell’adeguatezza del trattamento pensionistico si siano valicati i limiti della ragionevolezza, determinando un pregiudizio per il potere di acquisto dei pensionati». Pertanto, il Governo Renzi ha disposto la restituzione di una parte della mancata rivalutazione.

Il decreto legge “Salva Italia” faceva salva la rivalutazione al 100% delle pensioni sino a tre volte il minimo Inps, e aveva invece bloccato le rivalutazioni degli assegni superiori a quella soglia. Ora il recupero deciso dal governo Renzi interessa i pensionati con trattamento pensionistico compreso tra le tre e le sei volte il trattamento minimo Inps.

I rimborsi: tutte le cifre

In particolare la restituzione della mancata rivalutazione relativa agli anni 2012 e 2013 sarà limitata:
– al 40% per i trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo Inps e sino a quattro volte il predetto trattamento;
– al 20% per i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo Inps e sino a cinque volte il predetto trattamento;
– al 10% per i trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il minimo Inps e sino a sei volte il predetto trattamento;
Nulla è restituito alle pensioni oltre sei volte il trattamento minimo.

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Parziale risarcimento per il 2014 e il 2015

«Sebbene il blocco della rivalutazione delle pensioni abbia interessato solo gli anni 2012 e 2013 – ricorda la Cgia di Mestre – esso ha danneggiato i pensionati con trattamento superiore a 3 volte il minimo anche per gli anni successivi. Infatti, il calcolo dell’adeguamento all’inflazione dal 2014 in poi è avvenuto su un importo più basso, poiché non indicizzato per due anni».

Con il decreto legge 65/2015 il governo Renzi ha deciso di risarcire parzialmente anche questo “danno”: per gli anni 2014 e 2015 ha deciso di riconoscere il 20% del parziale risarcimento di competenza del biennio 2012 e 2013, mentre dal 2016 calcolerà le pensioni aumentandole del 50% del parziale risarcimento di competenza del biennio 2012 e 2013.

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