Regionali: i pensionati incontrano i candidati

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C’è il tema dell’assistenza socio-sanitaria, ma anche la richiesta di maggiore partecipazione nei processi decisionali che coinvolgono la Regione. C’è il confronto con un nutrito gruppo di elettori: i pensionati del Veneto, che si preparano ad assegnare 1,3 milioni di voti (rappresentano infatti un quarto della popolazione regionale) nella competizione elettorale che il 31 maggio 2015 porterà a scegliere il nome del prossimo governatore.

Proprio in vista delle elezioni, i segretari generali dei tre sindacati regionali dei pensionati Rita Turati (Spi Cgil), Adolfo Berti (Fnp Cisl) e Walter Sperotto (Uilp Uil) hanno incontrato i candidati alla presidenza della giunta regionale Jacopo Berti (Movimento 5 Stelle), Alessandra Moretti (Partito Democratico), Flavio Tosi (Lista Tosi) e Luca Zaia (Lega Nord). Ne esce uno spaccato delle proposte dei quattro principali candidati per gli over 65.

Berti: «La sanità è un servizio, non una fonte di reddito»

Jacopo Berti del M5S si è concentrato sul problema delle risorse economiche: «La direzione politica deve essere quella della riduzione dell’apparato e dei costi per non tagliare posti letto. La sanità è un servizio, non una fonte di reddito come è stato in questi ultimi anni. Pensiamo al project financing, che è un modo per creare nel pubblico una fonte di reddito per il privato». Su come ha intenzione di gestire la “macchina”, Berti aggiunge: «Non fermiamoci di fronte alla burocrazia: anche quando non ci sono leggi, sedendosi attorno a un tavolo si può trovare una soluzione». Come l’idea di scegliere “in concertazione” i direttori generali, ora scelti per nomina diretta del presidente della Regione: «Siccome non posso fare un concorso, posso però creare delle commissioni che valutino i curriculum, sentire i dipendenti delle Ulss e come governatore ratificare la loro decisione».

Moretti: «Recuperare il primato veneto sull’assistenza socio-sanitaria»

Alessandra Moretti (Pd) ha prima di tutto promesso di mantenere un filo diretto con le parti sociali: «Indipendentemente dall’orientamento del governo nazionale, io credo non si possa prescindere da un sindacato forte. Sia che vinca il 31 maggio o che guidi l’opposizione, io mi impegno per la programmazione integrata, anche con un incontro ogni due mesi per fare il punto della situazione». Sulle problematiche dell’assistenza socio-sanitaria: «Fino al 2010 avevamo un primato nazionale, poi negli ultimi anni si è deciso di potenziare il sanitario e lasciare a se stesso il sociale. Il primo passo per rifondare un progetto di comunità anche in questo settore è ridurre il costo dei dirigenti e restituire i soldi ai cittadini sotto forma di servizi». In concreto la Moretti propone di ridurre le Ulss da 21 a 8, per recuperare subito 50 milioni da aggiungere al fondo per la non autosufficienza e contribuire all’assunzione di 3mila fra medici, infermieri e tecnici per 330 medicine di gruppo integrate (una ogni 15mila abitanti): «Solo se potenziamo i servizi e li distribuiamo meglio sul territorio evitiamo che alcune zone, penso soprattutto a quelle montane, si spopolino, con conseguenti danni sociali e ambientali pesantissimi».

Tosi: «Eliminare il ticket? Fattibile»

I ticket portano alle casse della Regione Veneto circa 200 milioni di euro l’anno, una cifra non così importante da non poter essere recuperata anche in altri modi. Per questo Flavio Tosi sostiene che è fattibile togliere i ticket per i redditi più bassi. L’affermazione è di ieri, in occasione dell’incontro che i sindacati regionali dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno avuto con Tosi a Vicenza. Tosi si è anche assunto l’impegno, in caso di elezione, di applicare la legge 30/2009 sulla non autosufficienza e di implementare l’applicazione della parte del Piano socio-sanitario regionale legata all’assistenza territoriale. A tale proposito si è sottolineato come l’aggregazione dei medici di medicina generale non possa essere lasciata alla libera iniziativa e alla buona volontà dei singoli. Nell’ottica di riordino e di risparmio della “macchina” organizzativa”, infine, Tosi condivide l’esigenza di ridurre il numero delle Ulss, e vorrebbe accorparle in 14 unità rispetto alle attuali 21.

Zaia: «Recuperare la legge regionale di riforma delle Ipab»

Se riconfermato, l’attuale presidente della Regione Luca Zaia si è assunto l’impegno a recuperare e visionare la legge regionale di riforma delle Ipab, che nel 2009 non era stata approvata in Consiglio. E ha garantito che darà mandato ai futuri assessori di dialogare di più con le parti sociali. Nell’incontro i sindacati dei pensionati del Veneto hanno sottolineato al candidato della Lega le proprie istanze prevalentemente sul riordino della sanità: la mancata applicazione della legge sulla non autosufficienza 30/2009 e l’implementazione dell’assistenza territoriale prevista dal Pssr 2012-2016, il cui perno dovrebbero essere le medicine di gruppo integrate che invece non decollano per la forte resistenza (nonostante gli incentivi) dei medici di base. A queste istanze è collegato anche il mancato recepimento in Veneto della legge nazionale sulla riforma delle Ipab, che avrebbero dovuto trasformarsi in centri di servizi per la persona aperti al territorio, con un tipo di assistenza non solo residenziale (dal centro diurno all’assistenza domiciliare etc.) da integrare fra i servizi socio-sanitari offerti.

Il quadro demografico

Gli over 65 in Veneto sono un quinto della popolazione veneta, i pensionati (quasi 1,3 milioni) un quarto e di essi il 68% percepisce una pensione inferiore a 1.500 euro lordi al mese. Ci sono, infine, circa 135mila anziani non autosufficienti. «È necessario ragionare da ora su una società che in futuro sarà diversa da quella che conosciamo oggi, perché ci saranno più anziani, che convivranno più a lungo con malattie croniche, ma con meno denaro a disposizione», affermano i segretari generali regionali Rita Turati (Spi Cgil), Adolfo Berti (Fnp Cisl) e Walter Sperotto (Uilp Uil).

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