L'Euro debole aiuta l'export vicentino

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Il mercato internazionale ha rappresentato, per l’Italia, per il Veneto e per Vicenza in particolare, una importante risorsa in questi anni di forte calo della domanda interna dovuto al susseguirsi dei due cicli di crisi economica. Dal 2008 al 2014 le esportazioni manifatturiere vicentine – terza provincia italiana per valore di merci vendute all’estero – sono cresciute del 9,3%, recuperando in abbondanza la perdita del 24,7% registrata nel 2009, corrispondente a 3,6 miliardi di euro.

La domanda estera, però, è fortemente influenzata dal cambio, in particolare quello con il dollaro che rappresenta la principale valuta negli scambi internazionali: se da una parte una svalutazione dell’euro rappresenta un indebolimento della moneta ed un maggior costo per i beni importati, dall’altra condiziona positivamente le vendite all’estero di prodotti italiani.

Prendiamo a riferimento i primi 20 paesi di destinazione delle esportazioni manifatturiere della provincia di Vicenza. Questi mercati rappresentano i tre quarti (73,8%) delle vendite estere vicentine, in crescita del 4,8% nel 2014. Tra questi mercati osserviamo che 8 Paesi sono dell’Eurozona (in ordine di valore delle esportazioni sono Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo e Slovacchia), mentre 12 sono Paesi con una propria valuta diversa dall’euro: nell’ordine Stati Uniti, Svizzera, Regno Unito, Hong Kong, Cina, Polonia, Russia, Romania, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Repubblica Ceca e Svezia, che rappresentano il 41,4% dell’export manifatturiero vicentino.

Export Vicentino

I dati disponibili più recenti, relativi a marzo 2015, mostrano invece una consistente svalutazione dell’euro. Nei primi tre mesi dell’anno la quotazione dell’euro nel paniere dei 12 Paesi maggiori clienti del Made in Vicenza cala del 7,4%, rispetto al periodo gennaio-marzo 2014, e variazioni negative del tasso di cambio si registrano in 8 mercati su 12, che rappresentano quasi un terzo delle esportazioni vicentine (32,7%).

Rispetto al I trimestre 2014, si osservano svalutazioni dell’euro verso il Dollaro Hong Kong (-17,8%), il Dollaro USA e Dirham Emirati Arabi (entrambi -17,7%), Renminbi (-15,9%) e verso il Franco Svizzero (-12,4%).

Le micro e piccole imprese vicentine risultano particolarmente esposte nei mercati in cui si registra una svalutazione dell’euro nei primi due mesi dell’anno. Infatti, l’incidenza delle esportazioni dei settori manifatturieri a maggior concentrazione di micro e piccole imprese (MPI) verso gli 8 mercati considerati è pari al 56,1% dell’export manifatturiero, quasi 13 punti percentuali in più rispetto all’incidenza rilevata su tutti i mercati di destinazione, pari al 43,3% (Confartigianato Vicenza, 2014). Dei 4.896 milioni di euro di prodotti vicentini venduti in Cina, Emirati Arabi, Hong Kong, Regno Unito, Romania, Stati Uniti, Svizzera e Turchia, 2.747 milioni di euro arrivano dai settori delle MPI.

I dati più recenti, mostrano che il cambio euro/dollaro a marzo 2014 raggiunge quota 1,3823 euro, e inizia una dinamica congiunturale negativa fino a toccare quota 1,0838 euro a marzo 2015, con una variazione del -4,5% sul mese precedente e del -21,6% rispetto a febbraio 2014. Il tasso medio euro/dollaro registrato a marzo è il più basso degli ultimi 10 anni.

L’indice della valuta di riferimento per i 12 mercati extra Uem tiene grazie alla forte rivalutazione dell’euro nei confronti del Rublo, nonostante a marzo 2015 si sia registrata per la prima volta negli ultimi 10 mesi, una svalutazione dell’euro pari a -10,9% rispetto a febbraio 2015.

Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il triennio 2015-2017 mostrano un tassi di crescita medi positiva, fatta eccezione per la Russia per la quale si prevede un tasso medio annuo negativo pari a -1,3%. In particolare, per 8 dei 12 Paesi si prevede un acceleramento della crescita del PIL nei prossimi 3 anni, dato che il tasso di crescita medio per il periodo 2015-2017 è positivo e superiore al tasso di crescita medio annuo registrato nel triennio 2012-2014. Tra questi Paesi in acceleramento occorre evidenziare gli Stati Uniti per i quali il FMI prevede una crescita del PIL del 3,0% in media all’anno nel prossimo triennio, gli Emirati Arabi con un tasso di crescita medio annuo pari a 3,2% e Hong Kong con un tasso di crescita medio annuo pari a 3,1%. Questi 3 Paesi sono anche quelli in cui nei primi 3 mesi del 2015 si sono registrata le maggiori svalutazioni dell’euro.

Tra i 20 Paesi con la maggiore presenza di Made in Vicenza (73,8% del totale export), tra i mercati extra UE le previsioni indicano un maggiore dinamismo delle importazioni per gli Emirati Arabi Uniti, con un tasso di crescita medio annuo nel periodo 2015-2017 pari a +8,5%, Polonia (tasso medio annuo 7,7%), Romania (7,1%), Cina (6,2%) e Repubblica ceca (+5,5%). Con l’eccezione della Polonia, si tratta di mercati in cui si registra, come visto in precedenza, una svalutazione dell’euro.

Tra i Paesi dell’Unione Europa, invece, il maggior dinamismo delle importazioni si prevede per Spagna (+5,9% all’anno nel prossimo triennio), Germania (+5,1%) e Slovacchia (+5,0%).

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