Avvocati, Commercialisti, Notai: «No al Bancomat in studio»

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Coro di no dai professionisti vicentini ai pagamenti tramite Pos – il dispositivo elettronico che consente di ricevere pagamenti tramite bancomat e carte di credito – introdotti dal Decreto Sviluppo Bis. In attesa del parere di Banca di Italia e Mef sul decreto attuativo dell’obbligo introdotto dall’art.15 del D.L. 179/2012 Sviluppo Bis, commercialisti, avvocati e notai sollevano critiche sull’obbligatorietà del Pos negli studi.

La novità è difficile da digerire: «dall’inizio dell’anno è entrata in vigore la norma – osserva Marco Poggi, presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza – che riteniamo insufficiente e inidonea allo scopo per cui è stata introdotta che è quello di combattere l’evasione, dato che esiste già il limite di mille euro sull’importo pagabile in contanti. Sarebbe stato più utile abbassare ulteriormente la soglia di utilizzo del denaro contante».

L’obbligatorietà del Pos rappresenta una ulteriore vessazione a carico di una categoria, quella dei professionisti, che in questi anni ha visto ridurre notevolmente i propri fatturati: «L’introduzione del Pos negli studi – incalza Fabio Mantovani, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza – rappresenta l’ennesimo favore agli Istituti di Credito, che saranno gli unici a beneficiarne, considerati i costi fissi di gestione dello strumento e quelli proporzionali all’incasso».

Gli fa eco Vito Guglielmi, presidente del Consiglio Notarile dei Distretti Riuniti di Vicenza e Bassano, secondo cui «per l’attuazione di questa misura occorre sicuramente più tempo per consentire agli studi professionali di adeguarsi. Nello specifico, per quanto riguarda gli studi notarili, nella maggior parte dei casi, il provvedimento risulta poco efficace dal momento che le somme percepite, comunemente comprensive delle imposte che il notaio incassa quale sostituto d’imposta, sono di gran lunga superiori rispetto alle disponibilità che in media si hanno con il pagamento tramite Pos».

Quanto costa il Pos in studio

Sul fronte dei costi, si stima un importo di attivazione del servizio di circa cento euro a cui si aggiungono i costi di gestione mensili stimati intorno ai trenta euro oltre ad una commissione per ogni transizione che varia tra l’1% e il 3% secondo il circuito bancario, costi sicuramente soggetti a variazione in senso migliorativo o peggiorativo secondo gli accordi con il proprio Istituto di Credito di riferimento.

ll Ministero dello Sviluppo nella bozza attuativa ha anticipato che l’obbligo si applica a tutte le transazioni superiori ai 30,00 euro, che fino al 30 giugno 2014 l’obbligo vale per le attività commerciali e professionali che abbiano un fatturato nell’anno precedente superiore ai 200.000,00 euro, che i tempi di attuazione saranno rapidi ovvero 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che l’obbligo vale per le prestazioni rese esclusivamente a persone fisiche che agiscono per scopi privati ovvero consumatori, quindi non riguarderebbe le prestazioni rese ad imprese e professionisti. «In questo momento i professionisti e tutti gli operatori economici – conclude il presidente dei Commercialisti Poggi – necessitano di interventi di semplificazione e chiarezza, e finalizzati al rilancio dell’economia, invece siamo sommersi da adempimenti inutili e onerosi».

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