La cultura? A Venezia vale 2 miliardi

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Quanto vale il sistema delle industrie culturali e creative nella provincia di Venezia? Oltre due miliardi di euro. Lo dimostra uno studio, commissionato dalla Camera di Commercio di Venezia al Laboratorio di Management delle Arti e della Cultura (M.a.c.l.a.b) dell’Università Ca’ Foscari Venezia coordinato dal prof. Fabrizio Panozzo, è stato realizzato dal gruppo di lavoro cafoscarino composto dai professori Michele Tamma, Monica Calcagno e Fabrizio Panozzo e dai dottori Francesca Battistoni, Michela Bergamini e Giovanni Santoro.

Indagando il “ruolo” delle attività culturali e creative nello sviluppo economico e sociale del territorio veneziano, i ricercatori cafoscarini hanno incrociato fenomeni di neo-imprenditorialità e di produzione culturale “informale” che costituiscono un motore importante nell’universo dell’associazionismo e del non-profit.

I numeri del fenomeno

Il settore delle attività culturali e creative è costituito da un insieme di imprese e unità locali pari a 13.975 e da 32.738 addetti, rispettivamente l’8% e l’11% rispetto al totale provinciale. Oltre la metà afferisce alle “industrie creative”.

Il territorio provinciale è stato suddiviso in 5 ambiti: capoluogo di provincia e dintorni, il Portogruarese, il Sandonatese, l’area sud dei Comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona e infine un’area centrale che raggruppa i restanti comuni della provincia. Naturalmente la concentrazione maggiore è nell’area di Venezia città. La struttura produttiva, nell’arco degli ultimi 10 anni, ha registrato un andamento costantemente in crescita anche se con un tasso di sviluppo minore a quanto registrato dall’economia provinciale nel suo complesso. Nel quadriennio di crisi 2009-2012 le attività culturali e creative sembrano comunque dimostrare una certa tenuta in termini di imprese e unità locali.

Per una valutazione del contributo economico del settore si è stimata la ricchezza generata in termini di Valore Aggiunto. Nel complesso della provincia, al comparto “culturale” è attribuibile un VA di 688.787.993 €, al comparto “creativo” un VA di 1.315.563.406 €, per un totale di 2.004.351.399 €. Rapportato al VA complessivamente generato dal sistema economico provinciale (23.065.603.347 €) equivale a poco più dell’8,5 %.

Il no-profit

Sotto la lente di ingrandimento dei ricercatori sono finite anche le organizzazioni non-profit e i fenomeni di “quasi-imprenditorialità” (singoli artisti emergenti, associazioni spontanee, gruppi giovanili, proto imprenditori creativi, piccoli artigiani, gruppi parrocchiali, cori, gruppi teatrali amatoriali, etc.). Un primo risultato, che deriva dal corposo lavoro di ricostruzione dell’universo del non-profit in provincia che si è svolto, è una stima, grezza ma significativa, del suo apporto economico “diretto”.

I soggetti censiti (associazioni, fondazioni, ecc.) sono circa 2000, di cui poco più di 630 classificabili come “attivi” con un contributo in Valore Aggiunto di 5.673.619 e in addetti di 1662 con una stima di Valore Aggiunto e occupazione generata dal non-profit (associazioni, cooperative e istituzioni) pari a 54 milioni di € e 2.757 addetti, che andrebbero quindi sommati al contributo generato dal settore (profit) delle Imprese culturali e creative.

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