Industria veneta: si arresta la caduta?

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Nel secondo trimestre 2013, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, la produzione industriale ha evidenziato un rallentamento della caduta su base annua, attestatasi al -1,6% (-2,9% nel trimestre precedente), mentre la variazione congiunturale destagionalizzata è stata del +0,2%. L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere del Veneto, con la collaborazione di Confartigianato del Veneto, è stata effettuata su un campione di 2.299 imprese con almeno 2 addetti.

Bianchi: finalmente la prima variazione congiunturale positiva

«Come avevamo constatato nel trimestre precedente, la sensazione è che le imprese industriali abbiano iniziato a sperimentare una ripresa dell’attività economica. Il rallentamento della caduta della produzione, assieme allo stabilizzarsi della variazione congiunturale destagionalizzata (+0,2%), rappresenta il primo segnale positivo. Dopo sei trimestri negativi di fila, si registra finalmente la prima variazione congiunturale positiva – commenta Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto –. Che tuttavia non deve trarre in inganno, perché l’inversione di tendenza, se si verificherà, non avverrà prima di fine anno. Purtroppo i dati confermano le difficoltà delle piccole imprese che, meno strutturate, continuano a perdere competitività. Esportazioni e ordini esteri si confermano l’unico appiglio per l’economia regionale, ma solo le imprese che hanno investito in innovazione possono realmente competere sui mercati internazionali, visto che quello interno non offre più margini di crescita. Una situazione di blocco interno aggravata da una serie di ostacoli tipicamente italiani come la burocrazia e la pressione fiscale, che sono peggiorate negli ultimi anni e rischiano di compromettere anche gli stimoli derivanti dal mercato estero. Non è un caso che le previsioni degli imprenditori siano ancora incerte, comprese le attese per gli ordini esteri che, dopo una serie di previsioni favorevoli, evidenziano meno fiducia e qualche timore rispetto agli ultimi mesi».

Produzione, continuano a pagare soprattutto le microimprese

Sotto il profilo dimensionale l’andamento negativo della produzione continua a interessare principalmente le microimprese (2-9 addetti) con un calo del -3,6%. A seguire le grandi (250 addetti e più) e medie imprese (50-249 addetti) rispettivamente con una flessione del -1,7 e -1,3%. La performance migliore si registra per le piccole imprese (10-49 addetti) con una variazione del -1%. La dinamica negativa riguarda soprattutto le imprese che hanno realizzato beni intermedi (-1,9%), seguite dalle imprese che producono beni di consumo (-1,7%) e d’investimento (-0,5%). Per quanto riguarda i settori le diminuzioni più marcate sono state rilevate per i comparti del legno e mobile (-7,2%), marmo, vetro e ceramica (-4,2%). Stabile l’alimentare, bevande e tabacco (+0,3%).

Fatturato: sostanziale aumento rispetto allo scorso trimestre (+3,6%)

Calo contenuto del fatturato su base annua (-1%), ma sostanziale aumento rispetto allo scorso trimestre (+3,6%). La peggior performance è ascrivibile alle micro (-3,6%) e grandi imprese (-2,8%), seguono le medie (-0,5%) e piccole (-0,1%). Sotto il profilo settoriale spicca la variazione negativa del legno e mobile (-4,4%), marmo, vetro e ceramica (-2,8%). L’unico andamento positivo si registra nel comparto alimentare, bevande e tabacco (+0,9%). La variazione negativa è dettata dalla continua caduta del fatturato interno (-1,7%), ascrivibile in primis ai settori del legno e mobile (-6,6%) e marmo, vetro e ceramica (-5,9%). La variazione positiva del fatturato estero (+1,3%) dipende dalle medie e piccole imprese (+1,9% e +1,8%), mentre il segno è negativo per le imprese di grandi dimensioni (-2,2%). Quasi tutti i settori evidenziano segno più. Spiccano le variazioni dei comparti della carta stampa ed editoria (+5,8%), del marmo, vetro e ceramica (+4,7%), e dell’alimentare, bevande e tabacco (+4,3%). Negative le variazioni per mezzi di trasporto (-2%), metalli e prodotti in metallo (-1,2%), gomma e plastica (-1,1%).

Ordinativi: malissimo il comparto legno-mobile

Gli ordinativi hanno segnato un calo del -0,8% su base annua (-2,5% le microimprese). La performance peggiore nel comparto del legno e mobile (-6,1%), del tessile, abbigliamento e calzature (-2,5%). Positiva la tendenza degli ordinativi dal mercato estero (+2,4%), determinata dalle piccole imprese (+2,8%). Variazioni positive in tutti i settori ad esclusione del tessile, abbigliamento e calzature (-2,2%) e dei metalli e prodotti in metallo (-0,6%). Continua la tendenza negativa per gli ordinativi dal mercato interno (-2,1%) imputabile in primis alle grandi imprese (-3,3%). I settori più colpiti sono legno e mobile (-8,2%) e marmo, vetro e ceramica (-5,4%).

Occupazione: flessione dell’1,2% su base annua

L’occupazione è segnata da una flessione del -1,2% su base annua (-1% trimestre precedente), che interessa principalmente le micro imprese (-6,3%). Controcorrente le grandi imprese che hanno registrato un +1,4%. Sotto il profilo settoriale i cali più marcati si sono rilevati nella carta, stampa ed editoria (-3%), legno e mobile (-2,9%) e tessile, abbigliamento e calzature (-2,3%).

Previsioni: cresce il clima di sfiducia tra gli imprenditori

Peggiorano le previsioni degli imprenditori per i prossimi tre mesi con un saldo pari a -24,4 punti percentuali (-17,5 p.p. nel trimestre precedente) per la produzione. Sfiducia che aumenta anche per il fatturato (-22 p.p. contro il -15,5 p.p. del trimestre precedente), mentre migliora l’occupazione (-10,5 p.p. contro il -12,5 p.p. del trimestre precedente). In peggioramento anche le attese per gli ordini esteri con un saldo pari a -0,1 p.p. contro il +4,9 p.p. precedente. Il saldo peggiore è ancora una volta per gli ordini interni con -30,1 p.p. contro il -24,7 p.p. precedente.

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