Energia: rincari del 30% in un anno

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Se il Governo che verrà è ancora avvolto nella nebbia, per le imprese è ben chiara l’emergenza. In testa ci sono i costi dell’energia, che nell’ultimo anno hanno registrato aumenti fino al 30%. Con l’effetto di spingere le aziende fuori mercato, specie quelle di minori dimensioni. Sono gli oneri impropri, slegati dalla fornitura di energia in senso stretto, a dilatare in modo insostenibile i prezzi, più cari del 30-40% rispetto alla media europea.

Pavin: 75,5 euro per megawattora contro i 43,5 della Germania
«Nel 2012 il prezzo dell’energia all’ingrosso ha raggiunto i 75,5 euro per megawattora (MWh) per la media tensione, contro i 43,5 della Germania, a cui vanno aggiunti oneri di sistema, accise e imposte, il cui peso è pari al 53% della bolletta energetica – denuncia il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin -. Un livello che affossa ogni speranza di ripresa». Il paradosso è che mentre nell’ultimo anno il prezzo dell’energia all’ingrosso è sceso del 20%, la curva degli oneri impropri si è impennata: negli ultimi tre anni sono aumentati del 174% (da 17,6 euro/MWh a 48,3 per la media tensione). Solo la componente di incentivazione delle rinnovabili (A3) è cresciuta del 45% nel 2012 e il suo peso è balzato al 31% della bolletta.

«Oneri parafiscali senza eguali in Europa»
«Sono oneri parafiscali che non hanno uguali in Europa – insiste Pavin -. Il risultato è che le imprese chiudono». Da qui l’appello che il presidente di Confindustria Padova rivolge ai parlamentari del Veneto, ad «agire subito. Bisogna ridurre di almeno il 30% le componenti parafiscali della bolletta energetica per le imprese manifatturiere». Occorre anche «accelerare la libera concorrenza sul mercato elettrico – aggiunge il delegato di Confindustria Padova all’Energia, Alberto Marenghi – e rivedere il sistema di incentivazione delle rinnovabili, con regole certe per lo sviluppo della green economy. Il prossimo Esecutivo dia seguito alla strategia energetica nazionale presentata dal Governo uscente».
Due esempi concreti del caro-energia: un’impresa industriale che consuma 10 milioni di chilowattora (kWh) all’anno ha avuto nel 2012 una spesa per l’energia di 1,5 milioni di euro, salita del 30% rispetto all’anno precedente (450mila euro in più). Un’azienda con consumi di 1 milione di kWh ha speso 204mila euro, 42mila più del 2011.

Consorzio Padova Energia: risparmi per 59 milioni
Un’escalation di costi che le imprese devono fronteggiare da sole. Lo conferma il bilancio di esercizio 2012 di Padova Energia, il consorzio di acquisto di Confindustria Padova, che ha conseguito per le 292 aziende aderenti (per 449 stabilimenti serviti) una riduzione dei costi di generazione dell’energia elettrica compresa fra il 5% e il 15%. Il risparmio complessivo, dal 2000 ad oggi, è quantificato in 59 milioni di euro. Nel 2012 i consumi totali delle aziende aderenti sono stati di 627 milioni di chilowattora (+2,6%), per un fatturato di 94,3 milioni. Per il 2013 Padova Energia ha rinnovato il contratto di fornitura con Edison Energia per le aziende con consumi superiori al milione di kWh e con E.ON. Energia per le aziende con consumi sotto quella soglia. «Sono risultati tra i più performanti nel libero mercato – sottolinea Stefano Griggio, presidente di Padova Energia, tra i primi consorzi nati in Italia -. Con il nuovo contratto assicuriamo un risparmio sulla componente energia del 12%, pari a 4,4 milioni di euro. Un impegno decisivo in favore delle Pmi, poco strutturate per negoziare sul libero mercato. Ma che deve fare i conti con una componente fiscale inaccettabile e che riuscirà a malapena a compensare gli aumenti tariffari. Il consorzio infatti può incidere solo sulle voci di generazione, non sugli oneri impropri».

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