Confindustria Padova: cambiare la Camera di Commercio

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

«Nelle prossime settimane si delineerà il profilo del nuovo Consiglio camerale. In questa fase crediamo di avere un ruolo che non è quello di contare quanto pesiamo, ma fare una riflessione seria per individuare gli assi strategici sui quali si dovrà muovere l’Ente camerale per rigenerare lo sviluppo dell’economia del territorio. Apriamo subito il cantiere del programma. Troviamoci per avviare il confronto fra tutte le categorie economiche per decidere gli assi di un grande progetto di rilancio. Non si deve partire dai numeri ma dalle cose. Su questo mettiamo a disposizione del confronto un documento, non un’agenda onnicomprensiva ma un programma che opera scelte e sollecita impegni, individuando i filoni principali di intervento: innovazione e formazione distintiva per favorire il riposizionamento sui mercati, qualificazione delle filiere e delle reti intersettoriali per rinnovare le potenzialità di crescita, internazionalizzazione (cabina di regia) per sviluppare la propensione delle Pmi a lavorare con i mercati esteri, accesso al credito attraverso il rafforzamento dei consorzi fidi e l’anticipazione crediti per dare ossigeno alle imprese e favorire la patrimonializzazione, semplificazione del rapporto fra pubblica amministrazione e imprese, attrattività del territorio creando un contesto (normativo, infrastrutturale) favorevole all’impresa e attrattivo di nuovi investimenti. Un pacchetto di azioni coerenti, da realizzare insieme, per riconquistare la crescita, creare lavoro, riaffermare la centralità delle imprese».
In vista del rinnovo del Consiglio della Camera di Commercio di Padova, il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin anticipa le proposte di Confindustria e rivolge un esplicito invito a tutte le associazioni imprenditoriali, professionali e ai sindacati rappresentati nell’Ente camerale.

«La crisi è entrata nelle nostre imprese, e non ne è ancora uscita: crollo della domanda, credito, liquidità. Negli ultimi quattro anni 2.600 imprese perse, 14.000 posti di lavoro. Dobbiamo avere la forza e l’unità di intenti per segnare un nuovo inizio, un progetto di ampio respiro, fatto di azioni per il rilancio economico e sociale. Su questo mettiamo a disposizione un progetto, in tre assi strategici e dieci azioni prioritarie, legate tra loro in modo coerente, e perciò da realizzare insieme, da sviluppare con chi vorrà condividerlo, con un obiettivo chiaro: creare le condizioni “di sistema” per il rilancio, massimizzare gli interventi camerali, razionalizzare e concentrare le risorse affinchè da ogni azione discendano benefici tangibili per le imprese di ogni settore. L’idea è che dalla crisi si esce tutti insieme, come sistema economico».

Gli assi strategici proposti da Confindustria Padova per la Camera di Commercio

1. Favorire l’eccellenza delle singole imprese
Competenze imprenditoriali, visione strategica, innovazione e miglioramento continuo, sostenibilità patrimoniale e finanziaria, responsabilità ambientale sono alcuni dei fattori dell’eccellenza imprenditoriale. Sostenere gli imprenditori e i lavoratori nello sviluppo di queste “doti” deve essere l’obiettivo degli interventi camerali:
attraverso iniziative di supporto all’innovazione tecnologica e di processo, con peso crescente dei finanziamenti diretti alle imprese;
promuovendo solo la formazione distintiva che altri Enti non sono in grado di mettere in campo;
offrendo percorsi strutturati di internazionalizzazione attraverso l’implementazione e il coordinamento delle iniziative regionali di tutti i soggetti a vario titolo deputati, affidando all’azienda speciale un ruolo decisivo nei passaggi strategici per il supporto alle Pmi (ricerca di partner, accordi commerciali) più che nelle iniziative promozionali (fiere, missioni);
facilitando l’accesso delle imprese al credito finalizzato non solo agli investimenti produttivi, ma alla patrimonializzazione e riqualificazione della struttura finanziaria, attraverso il rafforzamento del sistema dei consorzi fidi e l’anticipo dei crediti vantati verso la Pubblica Amministrazione.

2. Favorire l’eccellenza delle politiche pubblico-private
La Camera di Commercio deve qualificarsi per il ruolo di protagonista anche nei processi di riqualificazione della Pubblica Amministrazione e del rapporto fra PA e imprese. Andranno riconsiderate le partecipazioni societarie, limitandole a quelle effettivamente strategiche per l’economia del territorio. La Camera di Commercio dovrà perseguire:
la formazione del capitale umano della Pubblica Amministrazione;
la razionalizzazione dello SUAP: standardizzando e semplificando le procedure, riducendo i costi, intensificando la diffusione di un sistema full-on-line;
la connessione fra obiettivi e risultati, in una logica di trasparenza e alleanza pubblico-privato.

3. Favorire l’eccellenza del sistema territorio
Alle sfide economiche globali partecipano non solo le imprese ma i sistemi d’impresa, i sistemi economici e territoriali. Affinchè l’eccellenza dei singoli si trasformi in eccellenza del sistema territorio, occorre massimizzare i legami tra imprese (filiere e reti intersettoriali) e tra queste e mondo della ricerca, università, istituzioni, associazioni. Va perseguito l’efficientamento e lo snellimento delle strutture pubbliche e/o private che svolgano le medesime attività.
La Camera di Commercio deve aprire nuove opportunità di confronto e partnership per le imprese, adottando strategie:
di marketing territoriale rivolto alle imprese affinchè il sistema territorio non si trovi come vaso di coccio tra offerte con cui è impossibile competere (Alto Adige, Carinzia). È compito dell’Ente contribuire a creare un contesto in cui le iniziative imprenditoriali possano svilupparsi con successo. Regole chiare, semplice e uguali per tutti. Cooperazione e non ostacoli dagli Enti pubblici. Mappatura delle aree disponibili e servizi chiavi in mano. Insediamenti efficienti e servizi integrati. La Camera di Commercio deve rappresentare le istanze delle imprese presso tutte le Amministrazioni che possono operare questo tipo di interventi;
di marketing territoriale rivolto alla popolazione valorizzando il ruolo del Consorzio DMO (Destination Management Organization) nella azione di promozione del turismo;
di sostegno alle aggregazioni di impresa in un’ottica di collaborazione competitiva e networking che le imprese hanno iniziato a fare propria. Non solo sinergie ma veri e propri accordi fra privato e privato, ma anche fra pubblico e privato e nel pubblico.

Ti potrebbe interessare