La "ricetta" Zuccato per l'economia veneta

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Roberto Zuccato è dal 13 febbraio 2013 il nuovo presidente di Confindustria Veneto.  L’elezione di Zuccato, che subentra al trevigiano Andrea Tomat, è arrivata all’unanimità. Presidente e ad di Ares Line spa e di Ares Engineering srl, aziende di Carrè (Vicenza) specializzate nella produzione di sedute per ufficio, Zuccato sarà affiancato per l’intero mandato, che terminerà nel 2017, dal trevigiano Luciano Miotto, presidente del cda della Imesa spa di Cessalto e il padovano Enrico Carraro, presidente dell’omonimo gruppo di Campodarsego, eletti contestualmente alla vicepresidenza. Gli altri due vicepresidenti di diritto sono il presidente dei Giovani imprenditori del Veneto, il veronese Giulio Pedrollo – presidente della Linz Electric spa di Arcole – e il presidente della Piccola impresa del Veneto, il veneziano Alberto Baban, presidente della Tapì spa di Massanzago (Padova).

Innovare per tornare a competere
«La terra del nuovo miracolo sembra divenuta, in fretta, un caso esemplare di quelli che sono gli “effetti imprevisti della globalizzazione”. Globalizzazione che oggi punisce quelli che ieri ne avevano beneficiato cioè i piccoli imprenditori, creativi, flessibili, capaci di adattarsi. Il Nordest rischia, per questo, di apparire una storia finita». Esordisce così il neo presidente tracciando le linee guida del suo programma di governo della Confindustria regionale. «Ma il messaggio che voglio lanciare oggi – prosegue Zuccato – è che questo rischio non è ineluttabile. Possiamo ancora farcela anche se di errori ce ne sono stati e noi stessi ne abbiamo commessi». La chiave della ripresa passa per l’innovazione: «Forse è un termine abusato, ma – osserva il neopresidente – identifica bene la sfida che dobbiamo affrontare. Innovare significa rompere un processo precedentemente costituito. Innovare oggi significa mobilitare le risorse intellettuali che ci sono nelle nostre imprese e nel nostro territorio, innovare significa individuare nuovi obiettivi di progresso sociale».

 Una nuova centralità per il manifatturiero
Zuccato riafferma con forza la centralità del manifatturiero nel tessuto produttivo veneto: «è, e resterà, il nostro asset più importante – rimarca – e dobbiamo allora chiederci quali industrie, quali prodotti, quali competenze, quali sistemi produttivi dobbiamo avere e, se necessario, costruire per competere nel nuovo scenario dell’economia mondiale. Ogni euro in più nell’attività manifatturiera genera almeno un altro euro di attività negli altri settori». Il manifatturiero ancora una volta come volano di crescita? «È proprio nel manifatturiero che ci sono i più elevati investimenti in ricerca e sviluppo, è proprio lì che è maggiore il numero dei brevetti, è sempre lì dove si creano i posti di lavoro più qualificati e meglio pagati, ed infine è ancora lì dove si fa più formazione. E allora, il mio, il nostro impegno, dovrà essere dedicato a creare le condizioni favorevoli ad una “nuova” manifattura per il rilancio dell’economia veneta», promette Zuccato.

Il richiamo alla politica: «Risposte subito»
Non manca, nelle parole del nuovo presidente di Confindustria Veneto, un forte richiamo al mondo della politica: «Non possiamo pensare di creare le condizioni per un nuovo manifatturiero senza la riforma della pubblica amministrazione, del sistema fiscale, della politica. Perché non possiamo più competere sui mercati globali, non possiamo navigare nel mondo, senza il sostegno della politica e delle politiche. Per questo siamo convinti che occorra rispondere in fretta al fallimento delle riforme federaliste e ai pessimi risultati offerti dalle maggiori “autonomie” attribuite ai governi locali. Ma non con un nuovo centralismo, come è avvenuto negli ultimi anni e soprattutto nell’ultimo. Al contrario: vogliamo un federalismo vero e più autonomie reali».

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